Nella giornata di ieri è arrivato il tanto atteso piano di riforma delle pensioni che dovrebbe essere inserito all'interno della legge di stabilità di fine anno e che, si presuppone, entrerà in vigore a partire dal 2017. Occorre, immediatamente, sottolineare come si tratti di una prima esposizione della proposta del governo: essa, infatti, verrà presentata in maniera più dettagliata all'interno del 'position paper' che verrà reso pubblico non prima di maggio.

I commenti sono stati generalmente positivi, a partire da quello di Zanetti, viceministro dell'Economia e leader del partito Scelta Civica, e proseguendo con quello, secondo alcuni un po' inaspettato, di Cesare Damiano, il quale sottolinea come sia un buon primo passo in avanti, ma che bisogna comunque insistere per alcune categorie, come gli esodati e i lavoratori precoci, e con alcune situazioni, come il nodo delle ricongiunzioni onerose. Da sottolineare che, da quanto è venuto fuori nella giornata convulsa di ieri, la sostenibilità economica del piano sarebbe garantita, nella misura in cui non dovrebbe pesare sull'erario più di 1 miliardo di euro (cifre molto inferiori a quelle 'paventate' dalla proposta Damiano e dal piano Boeri).

Analisi del piano del governo Renzi per la riforma delle pensioni 2016/2017

Tommaso Nannicini, sulle pagine del Messaggero, ha raccontato in cosa consisterebbe la riforma delle pensioni che il governo vorrebbe approvare per il 2016/2017. Si tratterebbe di un provvedimento che avrebbe al proprio centro tre situazioni-tipo: la prima è quella di chi ha una 'preferenza' nell'uscire prima (si cita il caso della nonna che vuole accudire i nipoti) – per questa tipologia, la penalizzazione sarebbe più forte; la seconda riguarda chi ha perso, suo malgrado, il lavoro a pochi anni dal raggiungimento dei requisiti e quindi è 'costretto' ad andare in pensione – in questo caso, la penalizzazione sarebbe pagata non solo dal pensionando ma anche dallo Stato; la terza riguarda quei lavoratori che, a seguito di un mutamento del piano aziendale, vengono messi in quiescenza – in questo caso, la penalizzazione sarebbe pagata dalle aziende e dal pensionando.

L'elemento fondamentale, però, riguarda gli 'attori' della riforma delle Pensioni 2016: nel primo caso, l'anticipo sarebbe finanziato dalle banche e poi rimborsato da Inps e pensionando; nel terzo caso, interverrebbero le assicurazioni in caso di morte. La domanda che si è posta Cesare Damiano è perché coinvolgere le banche e le assicurazioni, quando basterebbe l'Inps, che resta l'unico ente erogatore di prestazioni previdenziali. 

Lavoratori precoci ed esodati dimenticati dalla riforma pensioni 2016/2017?

Le reazioni alla proposta di riforma delle pensioni per il 2016/2017, avanzata dal governo Renzi, ha suscitato reazioni positive, come quelle già segnalate di Zanetti e Damiano, dall'altro anche reazioni negative.

Se Cesare Damiano aveva sottolineato da un lato la 'stranezza' del coinvolgimento di banche e assicurazioni dall'altro l'assenza di misure per esodati e precoci, i diretti interessati non possono che provare delusione per una soluzione che non contempla alcun intervento richiesto, come l'ottava salvaguardia e la Quota 41. Si tratta, ovviamente, soltanto di indicazioni – ad esempio, non è stata ancora definita l'entità delle penalizzazioni – ma è chiaro che sarà sui particolari che il dibattito diventerà probabilmente ancora più infuocato. Per aggiornamenti sulla proposta del governo, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.