Il governo ha allo studio tre proposte per introdurre la possibilità di una pensione anticipata nel sistema previdenziale in vigore a partire dai 63 anni. La flessibilità in uscita dal lavoro, quindi, è ufficialmente entrata nei piani del governo dopo le pressioni provenienti da più parti politiche, oltre che dai sindacati a dallo stesso presidente dell’INPS, Tito Boeri. L’annuncio è stato dato dal sottosegretario di Palazzo Chigi, Tommaso Nannicini, nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero.

Le tre soluzioni del governo per la pensione anticipata

Il sottosegretario Nannicini ha anticipato tre diverse ipotesi che il governo sta valutando per consentire ai lavoratori di usufruire della pensione anticipata a determinate condizioni. Le soluzioni che potrebbero essere definite nella prossima legge di Stabilità fanno riferimento a tre diverse categorie di lavoratori che il governo ha individuato come potenzialmente interessate alla flessibilità in uscita dal lavoro:

  • il dipendente pubblico che vuole andare in pensione prima per accudire i nipotini;
  • il dipendente che ha peso il lavoro ma non ha ancora maturato i requisiti per andare in pensione;
  • il dipendente che l’azienda vuole mandare in pensione per favorire un ricambio generazionale del suo organico.

Le soluzioni individuate sarebbero, nel primo caso, di una penalizzazione un po’ più elevata, il cui anticipo potrebbe essere finanziato dalle banche che sarebbero successivamente rimborsate dall’Inps nel momento in cui il lavoratore andrà in pensione.

Nel secondo caso, la penalizzazione potrebbe essere coperta in buona parte dallo Stato. Nel terzo caso, i costi dell’anticipo sarebbero pagati dall’azienda, con lo Stato che potrebbe farsi carico di un’assicurazione a garanzia del rischio morte.

Si tratta di un meccanismo alquanto complesso, anche a causa del coinvolgimento di altri attori oltre l’INPS, quali banche ed assicurazioni, i cui dettagli dovrebbero essere definiti in un documento specifico sulle Pensioni che il governo presenterà nel prossimo mese di maggio, ma la cui sostenibilità dovrebbe essere garantita dal ridotto costo per le casse dello Stato, stimato intorno al miliardo di euro.

Flessibilità in uscita: le reazioni alle proposte del governo

L’apertura del governo alla flessibilità in uscita ha suscitato reazioni positive da parte del viceministro dell’Economia, Enrico Zanetti di Scelta Civita, che considera la proposta di Nannicini l’unica possibile, anche in virtù del ridotto costo per le casse dello Stato che consentirebbe di risolvere il problema delle pensioni anticipate senza pregiudicare i piani di tagli dell’Ires nel il 2017 e dell’Irpef nel 2018.

Un plauso alla posizione del governo è venuto anche da Cesare Damiano, il presidente democratico della Commissione Lavoro della Camera, anche se poco favorevole al coinvolgimento di banche ed assicurazioni.