Dopo molti incontri e confronti, Cobas, Unicobas e Gilda si sono accordati per una chiamata di sciopero generale contro la riforma delle scuola e le prove Invalsi per la giornata del 12 maggio. Si tratta di un momento importante per il sindacalismo scolastico italiano: segna, infatti, il passaggio della Gilda dalla parte dei sindacati più combattivi e, in un certo senso, 'alternativi', e ciò potrebbe significare una radicalizzazione da parte del mondo della Scuola contro le politiche del governo Renzi.

Le questioni sul tappeto sono molteplici e la stessa Gilda sta cercando di chiamare a raccolta anche i sindacati confederali, i quali, con la loro macchina organizzativa, potrebbero aiutare non poco la protesta: da parte di CGIL, CISL e UIL non è giunta ancora risposta e l'idea è che temano un confronto/scontro troppo netto con il governo. L'iniziativa intende, dunque, riunire tutto il sindacalismo che si oppone alle politiche scolastiche di Renzi per dare un segnale forte e imporre una linea di maggiore dialogo tra le parti sociali.

Le questioni sul tappeto per lo sciopero scuola del 4/5 e del 12 maggio

Lo sciopero scuola generale del 12 maggio sarà anticipato da uno sciopero indetto soltanto dai Cobas contro le prove Invalsi che si terranno il 4 e il 5 maggio. Una delle questioni, dunque, sul tappeto per la mobilitazione generale è quella che riguarda le prove Invalsi, ma quella sul quale si punta ancora di più è l'accordo sulla mobilità: l'Unicobas attacca frontalmente i sindacati confederali, che sarebbero la stampella del governo Renzi, in quanto starebbero accettando senza colpo ferire la 'controriforma' (così viene definita) della chiamata diretta da parte dei presidi-manager e gli ambiti territoriali. L'Unicobas invita i confederali a staccarsi dal governo e a decidere apertamente da quale parte stare, se con i lavoratori della scuola o con Renzi/Giannini.

Oltre l'Invalsi e la mobilità, le altre questioni per cui si è deciso per uno sciopero generale nella giornata del 12 maggio riguardano innanzitutto l'organico di potenziamento, che spesso ha nascosto un vero e proprio demansionamento da parte di molti docenti che sono stati 'costretti' ad accettare un posto di lavoro in un ordine di scuola inferiore o comunque differente rispetto a quello per cui sono abilitati, con grave peggioramento della qualità dell'insegnamento. C'è poi la questione del 'merito' e dei comitati di valutazione, situazione che potrebbe esplodere nelle prossime settimane quando i dirigenti scolastici inizieranno la 'distribuzione' del fondo. Insomma, si tratta di una chiamata a raccolta, dal momento che, secondo i sindacati più battaglieri, occorre bloccare le politiche scellerate del governo Renzi. Per aggiornamenti sull'evoluzione della questione, si consiglia di cliccare su 'Segui' in alto sopra l'articolo.