Il Governo Renzi ha approvato il DDL di conversione del Decreto Scuola al Senato ponendo la fiducia sul maxiemendamento, modalità che ha scatenato non poche polemiche da parte delle altre parti politiche. Date le attuali condizioni in Parlamento, l'esito del provvedimento che la prossima settimana approderà alla Camera appare scontato. Vediamo cosa cambierà in 10 punti.

  • Si prevedono modalità più efficaci per il pagamento delle supplenze, con un tempo massimo di 30 giorni per le retribuzioni;
  • Dati i ritardi per il concorso scuola 2016, le assunzioni dei vincitori vengono posticipate dall'1 al 15 settembre 2016, con decorrenza economica a partire dal momento in cui si entra in servizio e non prima;
  • Si procederà all'assunzione degli insegnanti della scuola dell'infanzia che pur essendo risultati idonei al concorso 2012 avevano visto le proprie assunzioni posticipate a causa di una delega;
  • Il bonus cultura per i 18enni viene esteso ai ragazzi non comunitari che possiedono un valido permesso di soggiorno;
  • Deciso stanziamento alle scuole paritarie che accolgono alunni con disabilità. Il provvedimento, seppur giusto, è stato criticato in quanto i 12,2 milioni di euro previsti verranno tolti dai fondi per il miglioramento delle istituzioni scolastiche pubbliche;
  • Viene prorogata l'operazione Scuole Belle per i servizi di pulizia negli istituti, decisione anche questa criticata: in molti ritengono siano necessarie ristrutturazioni importanti degli edifici;
  • Vengono regolamentati ricalcoli dell'Isee per famiglie con membri disabili escludendo dal reddito alcuni particolari trttamenti di assistenza se gli stessi non rientrano nel reddito Irpef complessivo;
  • Vengono ritoccati, al ribasso, i crediti formativi degli alunni degli ITS, riducendo in parte il peso degli ITS;
  • Vengono stanziati tre milioni di euro per stabilizzare il Gran Sasso Science Istitute;
  • Insegnanti non più apprendisti: dopo il concorso il periodo di preinserimento dei docenti viene più correttamente inquadrato come tirocinio anziché apprendistato.