Non si placano le polemiche sul bonus di merito per i docenti: Federica Dieni (M5S) lancia un'interrogazione parlamentare sul caso della scuola che ha posto come criterio per l'assegnazione del bonus i buoni rapporti con DS e altri componenti del mondo scolastico, i Partigiani della Scuola Pubblica hanno attaccato parimenti, mentre la FLCGIL critica duramente la discriminazione ai danni dei docenti precari. E in tutto questo, il governo Renzi per far passare il maxiemendamento al DDL Scuola porrà ancora una volta la fiducia.

Insegnanti, il criterio delbonus di merito basato sui buoni rapporti

Il gruppo Partigiani della Scuola Pubblica aveva segnalato il caso della scuola di Reggio Calabria in cui, tra i criteri di valutazione per il bonus di merito, aveva inserito la qualità dei rapporti nei confronti del preside, degli altri insegnanti e degli altri componenti del mondo della scuola. Da ciò ne deriverebbe una decurtazione per quanti dovessero avere un rapporto difficile con il Dirigente Scolastico, gli altri docenti o gli alunni. Ma questo davvero aiuta a premiare i migliori insegnanti?

Federica Dieni del Movimento 5 Stelle ha espresso tutte le sue perplessità in un'interrogazione parlamentare, affermando che una simile penalizzazione violerebbe la libertà di espressione dei docenti, augurandosi che l'interpretazione della scuola di Reggio Calabria venga esclusa dal Ministero.

Il caso fa riflettere. Il problema è sempre lo stesso: il governo e il MIUR hanno rovesciato sulle scuole obblighi valutativi difficili da gestire, che alimentano una competizione non sana, che in moltissimi casi - a quanto è dato capire a oggi - non verteranno sul merito degli insegnanti ma su fattori quantificabili di vario genere (numero di presenze, altezza dei voti assegnati, minor numero di bocciature).

Al di là degli errori che si possono verificare nei singoli istituti, non si possononon considerare le grandi difficoltà cui le scuole sono sottoposte.

Docenti precari discriminati ancora una volta

La FLCGIL ha di recente sottolineato come i docenti con contratto a tempo determinato non siano citati nel decreto 159 del 14-3-2016 del MIUR relativo ai beneficiari del bonus.

Come si legge nel commento del sindacato, questa scelta è un "riflesso di una mentalità di altri tempi che considera come fatto discriminante non la prestazione erogata ma il tipo di rapporto di lavoro". Ancora una volta ci si torna a chiedere: ma il bonus non dovrebbe essere relativo alla qualità del lavoro svolto? Perché escludere dal bonus 2016 un docente precario che nel 2016 ha svolto un ottimo lavoro?

Concludiamo con uno sguardo a quanto sta accadendo in Parlamento. Oggi si voterà il maxiemendamento al DL Scuola, ma il voto è scontato. Il governo Renzi ha deciso di ricorrere ancora una volta alla fiducia, come ormai consuetudine quando si parla di scuola. Tra le reazioni più accese si segnalano quelle del M5S e della Lega, ma non sono mancate critiche da moderati come Casini.