La giornata del 24 maggio ha visto il primo incontro tra i sindacati confederali e il governo Renzi intorno al nodo della riforma pensioni 2016/2017: le prime dichiarazioni hanno lasciato intendere che il 'clima è positivo' ma che è necessario comunque attendere il 'merito' per comprendere se le aperture dell'esecutivo sono da considerarsi 'reali'. Nel frattempo, il premier Matteo Renzi ha deciso di intervenire personalmente sulla questione a RepubblicaTv, dove ha annunciato che il governo starebbe studiando un intervento sulle Pensioni minime e che la flessibilità in uscita dovrebbe essere 'tarata' soprattutto su coloro che svolgono lavori usuranti.

Contemporaneamente, però, è giunto anche un monito da parte del Fondo Monetario Internazionale che, oltre a sottolineare l'importanza della legge Fornero per la tenuta dei conti, ha anche lasciato intendere che dei correttivi si potrebbero mettere in campo ma soltanto per rendere ancora più efficace la riforma in atto. Insomma, gli scenari internazionali sembrano bloccare del tutto ogni possibilità di intervento strutturale.

L'insoddisfazione dal basso e le novità sulla riforma pensioni oggi 25 maggio

Il tavolo di trattativa tra sindacati e governo sulla riforma pensioni 2016/2017 si è aperto nella giornata di ieri e sono giunti i primi commenti.

Le ultime novità rivelano come i sindacati si siano detti sostanzialmente soddisfatti del clima di collaborazione che vi sarebbe tra le parti sociali e il governo Renzi: la Camusso ha sottolineato che si è trattato di un incontro in cui si è stilata semplicemente l'agenda dei prossimi confronti e che, per valutare realmente le possibili aperture, occorre andare sul merito; dello stesso tenore l'intervento di Barbagallo della UIL, mentre la Furlan della CISL ha sottolineato soprattutto l'importanza dell'incontro e si è detto molto soddisfatta. Dal basso, però, le reazioni sono state differenti: al di là degli incontri, bisogna capire quali siano i veri margini di trattativa: se il ministro Poletti ha dichiarato che l'impatto della riforma sui conti pubblici dovrà essere molto basso, quali potranno essere realmente le misure di flessibilità in uscita?

Il timore è che i paletti siano talmente tanti che, alla fine, i sindacati non potranno che ratificare quanto proposto dal governo. Lo stesso Matteo Renzi, infatti, durante il suo intervento ha sostenuto che la strada è l'APE e difficilmente ci si potrà scostare da questa tipologia di intervento che prevede un indebitamento con le banche.

Gli scenari internazionali e la riforma pensioni 2016/2017: novità oggi 25 maggio

Il vero problema, secondo molti osservatori, è la questione della sovranità limitata: il Fondo Monetario Internazionale (agenzia transnazionale) è infatti intervenuto proprio sulla situazione economica italiana e sul nodo della riforma pensioni 2016/2017. Il quotidiano La Repubblica ha intervistato Goyal, capo missione in Italia per il FMI, il quale non ha discusso nel merito la proposta del governo Renzi ma ha lanciato un monito molto importante: l'esecutivo sta lavorando bene sul piano delle riforme (soprattutto sul piano delle privatizzazioni e delle politiche neoliberiste sul lavoro) e, quindi, deve proseguire in questa direzione, senza rischiare di mettere in crisi nuovamente la tenuta dei conti pubblici.

Il messaggio è stato molto chiaro: le organizzazioni economiche internazionali non vedrebbero di buon occhio eventuali riforme della previdenza (e anche in altri campi) soprattutto se portano ad un rialzo della spesa pubblica. Il governo Renzi, insomma, dovrà mediare tra quanto richiesto dall'alto, cioè dalle istituzioni economiche internazionali, e quanto si richiede dal basso, cioè dai diretti interessati. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.