Dopo l'estivo stand-by dei lavori parlamentari, si riapre finalmente il dibattito in materia di legge di Stabilità e riforma Pensioni. Primo argomento sul tavolo quello relativo alle categorie di lavoratori che più degli altri hanno accusato i duri colpi della legge Fornero, tra cui precoci e addetti ai lavori usuranti.
Più in particolare, i precoci non hanno potuto che lamentare la scarsa considerazione con cui sono state maneggiate loro istanze, prima fra tutte quella che ha per oggetto la famigerata Quota 41.
Di seguito le ultimissime al riguardo.
Pensioni precoci: il punto
L'introduzione di una misura come la Quota 41 garantirebbe un accesso preventivo alla pensione indipendentemente dall'età anagrafica. Così, al raggiungimento della soglia di 41 anni di regolare contribuzione, i precoci inizierebbero a percepire l'assegno "subito e senza penalizzazioni".
Mettendo al bando le ipotesi, una soluzione del genere estesa a tutta la categoria graverebbe troppo sulle casse dello Stato. Da qui, gli addetti ai lavori continuano a puntare su APe e bonus in quanto validi "contentini" meno dispendiosi. Lo stesso Matteo Renzi non ha mancato di intervenire sulla questione, asserendo che, con la nuova riforma Pensioni, "si avrà finalmente la possibilità di uscire anticipatamente rinunciando a poco".
Riforma Pensioni, i prossimi appuntamenti
Nel corso dei contributi dei giorni scorsi non hanno più trovato spazio digressioni in merito alla questione pensioni precoci. Il silenzio del Governo lascia intendere come il capitolo Quota 41 sia stato ormai accantonato, anche se la posizione dell'Esecutivo a proposito del provvedimento non è stata mai effettivamente chiarita.
Da parte loro, i precoci hanno unanimemente bocciato ogni opzione avanzata in luogo della 41, ivi compreso il bonus contributivo. L'appuntamento è ora a mercoledì 14 settembre, data fissata per il colloquio delle rappresentanze col sottosegretario alla presidenza Tommaso Nannicini nonché ultima occasione di assistere alla ratifica del provvedimento.
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