Il mese di agosto sta per volgere al termine,e mentre il Parlamento non ha ancora ripreso a pieno regime le sue attività, emerge l'impellenza di stanziare nuovi fondi per i progetti di riforma. Tema particolarmente attuale è quello pensioni nelle sue più varie sfaccettature, dal già definito APe alla questione irrisolta precoci; dalle opzioni ad categoria all'annosa problematica pensioni d'oro. Intanto, in attesa degli esiti dei prossimi incontri già in agenda per metà settembre, avanzano i pareri ufficiosi di chi vorrebbe l'imminente attuazione di alcune misure in via sperimentale.Prima fra questela Quota 41, che permetterebbe ai destinatari – in tal caso, i lavoratori precoci – di accedere alla pensione al raggiungimento della soglia di 41 anni di contributi.

Di seguito gli aggiornamenti a oggi 23 agosto.

Pensioni precoci: il punto risorse

Come dichiarato nei giorni scorsi dal viceministro dell'Economia Enrico Zanetti, tra le intenzioni del Governo vi è quella di mettere momentaneamente da parte il capitolo previdenza in favore di altri interventi per la crescita "decisamente prioritari". A suo dire, le manovre di flessibilità sarebbero da subordinare rispetto a correzioni generalial welfare come taglio delle tasse e rinnovo dei contratti pubblici, dichiarazioni prontamente smentite da Enrico Morando e Cesare Damiano che non hanno mancato di rassicurare i lavoratori. In particolare, il Presidente della Commissione Lavoro della Camera ha ribadito come il tema previdenza non possa assolutamente finire all'ultimo posto nella scala delle priorità, specie alla luce delle continue rimostranze della categoria precoci.

L'invito di Damiano è a stanziare "almeno" 2 miliardi di euro per il rimborso della quattordicesima, le ricongiunzioni gratuite e soprattutto al fine di garantire flessibilità in uscita ai lavoratori maggiormente penalizzati dalla legge Fornero.

Damiano: quello del Governo è "impegno improrogabile"

L'ex Ministro del Lavoro continua la sua battaglia a difesa dei diritti dei precoci asserendo che la "promessa non mantenuta" del Governo costituirebbe un grave atto di noncuranza nei confronti dei cittadini e delle loro richieste, che nello specifico provengono numerose dalla categoria dei precoci.

Come sappiamo, i precoci sono quei lavoratori che hanno iniziato a versare contributi in età giovanile, di solito tra i 14 e i 18 anni. Tra gli appelli da loro lanciati negli scorsi mesi quello Quota 41 è stato senza dubbio il più incisivo. La conferma della sua attuazione, sia essa in via sperimentale o definitiva, arriverà però solo alla riapertura dei lavori parlamentari, notoriamente prevista per il 13 settembre prossimo.Per ulteriori aggiornamenti, clicca sul tasto"Segui"accanto alla firma.