Chiusa la fase degli emendamenti, riguardante le proposte per apportare dei correttivi alla Legge di Bilancio, adesso la manovra passa alla fase successiva, prima dell’approvazione che dovrà avvenire entro la fine del 2016. Da giovedì 17 novembre, la Commissione Bilancio inizierà a valutare quali e quanti emendamenti approvare ed inserire nella Legge di Stabilità.
Secondo il calendario dei lavori parlamentari, la Commissione Bilancio dovrebbe terminare la sua attività entro il 22 novembre, e la Legge di Bilancio dovrebbe tornare in aula dal 23 novembre.
Sono migliaia le proposte depositate e, come sempre, spaziano su più fronti, perché esistono numerose categorie di cittadini, lavoratori, pensionati e così via, che hanno manifestato diverse esigenze al Governo. Dal punto di vista previdenziale, l’attesa è alta perché ci sono oltre 30 emendamenti depositati dalla Commissione Lavoro della Camera presieduta da Damiano, che mirano a correggere punti molto importanti che riguardano proprio il settore pensionistico.
Opzione donna, alla fine l’estensione si farà?
L'Opzione donna è la facoltà concessa alle lavoratrici che al 31 dicembre 2015 hanno raggiunto i 57 anni e 3 mesi di età ed i 35 anni di contributi (58 anni e 3 mesi per le lavoratrici autonome), di lasciare il lavoro in anticipo.
L’opzione è concessa a caro prezzo, perché la pensione immediata è calcolata con il sistema contributivo, altamente penalizzante per le lavoratrici, con tagli di assegno anche superiori al 30%. Nella Legge di Stabilità 2016 la misura fu inserita in via sperimentale, stanziando ingenti somme e dandosi appuntamento al mese di settembre, per verificare quante donne avevano aderito o meno all’opzione.
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze non ha ancora comunicato i dati relativi alle somme spese, e quindi al numero di coloro che hanno beneficiato di questa misura. Ad ogni modo sono molte le lavoratrici che - penalizzazioni o non penalizzazioni - chiedono la riapertura del termine ultimo per maturare i requisiti di accesso all’anticipo.
Un emendamento chiede l'estensione al 31 luglio 2016, un modo per tutelare quelle donne che, per via dell’aspettativa di vita, hanno raggiunto i 57 anni di età, ma non i 3 mesi aggiuntivi legati alla speranza di vita, risultando così tagliate fuori dal provvedimento.
Le cifre stanziate erano di 2,5 miliardi, messe nel piatto con la promessa che eventuali risparmi sarebbero stati utilizzati per altre lavoratrici e per l’estensione della misura. Ipotizzare che una vasta fetta di questo denaro sia rimasta inutilizzata, dà concrete speranze che questa prima tranche di prolungamento della misura possa essere accettata. Poi si tornerà a parlare di un'estensione fino al 2018 come richiesto dai vari gruppi, comitati e rappresentanti delle donne che lavorano.
Cosa ci si deve aspettare?
Si vuole intervenire anche sull’APE social e sui contributi necessari per l’accesso gratuito per chi svolge lavori gravosi. È stato chiesto lo sconto di un anno rispetto ai 36 necessari previsti dalla bozza di Legge di Bilancio. Questione scottante da diversi anni, invece, è il capitolo esodati, ovvero l'ottava salvaguardia. C’è speranza che questa sia l’ultima salvaguardia, che chiuderà una volta per tutte la vicenda dei lavoratori lasciati senza pensione e senza lavoro a causa della Legge Fornero del 2012. Si ritiene necessario estendere al massimo la platea dei beneficiari di quest'istituto, quindi è stata chiesta la proroga al 6 gennaio 2019 come data utile per maturare la decorrenza della pensione in regime di salvaguardia. Sempre per le categorie da tutelare in questo settore, andrebbe spostata dal 31/12/2012 al 31/12/2014 la data di accesso alla mobilità.