Il 2017 per le Pensioni riserverà molte novità provenienti dal pacchetto previdenziale inserito nella Legge di Bilancio che è stata recentemente approvata dal Senato. Non appena la manovra finirà in Gazzetta Ufficiale, partirà il conto alla rovescia per la sua entrata in vigore prevista generalmente per il 1° gennaio 2017. La burocrazia legislativa italiana prevede poi una serie di adempimenti, cioè i decreti attuativi che renderanno attivi tutti i punti della manovra, ma le novità si può dire che siano entrate nel panorama normativo italiano.
L’APE, la Quota 41 e così via sono le alternative alle attuali regole per andare in pensione, ma le possibilità per i lavoratori non si fermano a queste novità. Il salvacondotto Fornero è una concreta possibilità di lasciare il lavoro nel 2017 senza sottostare al prestito previsto dall’APE, senza essere dei disagiati sociali o senza raggiungere un numero di contributi molto elevato e vincolato come per quota 41.
La deroga Fornero
L’articolo 24 del DL 201/2011, la tristemente famosa riforma Fornero aveva lasciato una particolare deroga alle nuove e più pesanti norme previdenziali che si sarebbero abbattute sui lavoratori.
La riforma Fornero infatti, per via della crisi di quegli anni e per via dello spread chiese sacrifici agli italiani, soprattutto lavoratori e pensionati. Le soglie per andare in pensione furono, subito, drasticamente aumentate e si stabilirono regole che nel tempo, continuavano a spostare in avanti i requisiti necessari per l’accesso. La Fornero però, lasciò una particolare scappatoia per i nati nel 1951 e nel 1952 che anche nel 2017 potranno beneficiare dell’anticipo di uscita a 64 anni o poco più. Il salvacondotto Fornero infatti permette a chi, entro il 31 dicembre 2012 ha raggiunto la quota 96, di lasciare il lavoro compiendo 64 anni. La misura è particolare perché si adegua alla speranza di vita, cioè nel 2017 bisognerà compiere 64 anni e 7 mesi, e soprattutto si differenzia tra donne e uomini.
Per le lavoratrici infatti, il requisito contributivo da raggiungere è di 20 anni, sempre al 31 dicembre 2012, mentre per gli uomini è di 35 anni. In pratica, per gli uomini bisognerà aver raggiunto prima del 2013 61 anni di età e 35 di contributi o in alternativa 60 anni di età e 36 di contributi, mentre per le lavoratrici requisiti meno stringenti.
Qualcosa è stato corretto
Anche se dal punto di vista normativo, la deroga Fornero non è mai stata corretta rispetto alla stesura originale, dal punto di vista interpretativo qualcosa è cambiato. Una recente circolare INPS ha spiegato e recepito dei diktat del Governo che spiegavano come interpretare meglio il salvacondotto. Un requisito che è stato eliminato perché molto contestato era quello della continuità di lavoro al 28 dicembre 2011.
Per sfruttare la deroga, non sarà più necessario risultare occupati a fine 2011, quindi la possibilità di uscita viene concessa anche a soggetti che aveva perduto il lavoro o erano in congedo per qualsiasi motivo.
Si è fatta poi chiarezza su un’altra particolarità della misura che di fatto riduceva la deroga solo ai lavoratori dipendenti del settore privato. La possibilità è aperta anche ad autonomi e lavoratori statali, ma non per tutti. I chiarimenti che INPS e Ministeri hanno messo in campo estendono la possibilità anche a chi dopo il 2012 aveva intrapreso una attività in proprio o era passato alle dipendenze delle PA. Per raggiungere i contributi necessari però, bisogna considerare solo i contributi che prima del 31 dicembre 2012 erano stati versati nel settore privato, anche figurativi, volontari e così via, ma sempre da dipendenti privati e sempre precedenti il 1° gennaio 2013.
Per i dipendenti del settore privato quindi valgono tutti i contributi ad esclusione di disoccupazioni e malattie indennizzate. In definitiva resta inteso che nonostante qualcuno creda che la deroga Fornero includesse tutti i lavoratori, resta necessario avere trascorsi lavorativi piuttosto lunghi nel privato.