Si parla spesso di Lavoro sommerso, disoccupazione precarietà e colpe politiche, l’opinione di CONFEDERCONTRIBUENTI che ogni giorno testa obiettivamente la realtà.
Per contrastare il ricorso al lavoro sommerso nel 2003, durante il Governo Berlusconi, fu emanata la Legge Delega 30/2003 che prevedeva l’emissione di voucher per il pagamento del lavoro accessorio. Il valore nominale parte da €10 compresi di quota INPS e INAIL.
Vengono apportate delle modifiche con la Legge 191/2003, sempre con il Governo Berlusconi, con la quale si amplifica la rosa dei committenti. Nel corso degli anni sono state emanate anche circolari dell’INPS che fornivano sempre più nuove indicazioni operative.
Con il Decreto Legislativo 81/2015 si sono abrogati e sostituiti alcuni articoli del 2003 oltre ad avere introdotto la tracciabilità degli stessi per evitarne un uso indiscriminato o abuso.
Si parla per il 2017 di referendum per abolire l’uso dei voucher oltre ad un boom nell’uso degli stessi, pertanto siamo di fronte alla classica controversia tutta italiana.
Vogliamo realmente contrastare il sommerso e che le imprese continuino a produrre?
“I voucher hanno permesso di garantire oltre al corrispettivo per un lavoro anche la contribuzione seppur temporanea che altrimenti sarebbe avvenuto in nero. E’ uno strumento che per alcuni periodi è utile per le imprese che nonostante la crisi cercano di rimanere a galla offrendo lavoro seppur accessorio. Ben vengano le azioni di controllo e monitoraggio che permettano di utilizzarne i dati al fine di farci capire quale metodologia serva per contrastare realmente il lavoro sommerso e soprattutto la precarietà non solo giovanile ma di molti over 35 tenendo conto sia dei diritti del lavoratore che del datore. Spesso per una impresa potrebbe bastare qualche ora di prestazione per completare un progetto del cui risultato ne gioverebbe essa e il lavoratore.
Pertanto è utile che i voucher restino ma che vengano comunque monitorati e denunciati casi di abuso da parte di imprenditori e committenti senza scrupoli. La precarietà è il risultato della forte crisi economica che il Paese sta attraversando e che non si sconfigge eliminando i voucher ma intervenendo sulle politiche di sviluppo economico e di internazionalizzazione del sistema - Italia” – interviene Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti.