La velocità con cui è stato affidato l’incarico di Capo del Governo all’ex Ministro Gentiloni lascia il dubbio che nelle stanze della nostra politica, la vittoria del No al referendum fosse una cosa quasi scontata. Il fatto che dopo le dimissioni di Renzi, il nostro Governo abbia trovato subito una nuova guida e soprattutto, appoggiata dalla stessa maggioranza del precedente Premier, rende le misure su cui stavano lavorando, pienamente in continuità.

La Legge di Stabilità approvata senza emendamenti al Senato e quindi licenziata ufficialmente fa sì che anche i lavori sulle Pensioni continueranno spediti. Il pacchetto previdenziale inserito nella Legge di Stabilità aspetta i decreti attuativi e la fase 2 di discussione con i sindacati proseguirà con Gentiloni.

Entro il 1° marzo via al pacchetto pensioni

Sarà per dovere istituzionale o magari per il bisogno di far arrivare la legislatura almeno a settembre e garantire la pensione agli attuali parlamentari, ma lo spettro delle elezioni anticipate si allontana sempre più. Il Governo Gentiloni probabilmente andrà avanti fino alla naturale scadenza di questa legislatura, cioè il 2018.

Ecco perché i pieni poteri del nuovo Esecutivo autorizzano a pensare che il lavoro sulle pensioni iniziato dal Governo Renzi continuerà come niente fosse successo. Le misure presenti nella Legge di Bilancio devono essere lanciate tramite dei decreti attuativi. Ecco perché entro il prossimo 1° marzo, cioè a 60 giorni dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio, il Governo emanerà i decreti attuativi su APE, Quota 41 e così via. Per l’APE volontaria si dovranno rendere chiare le modalità di accesso e di restituzione del prestito, le convenzioni con le banche ed il ruolo delle assicurazioni. Bisogna chiarire molti aspetti che renderanno la misura appetibile o no, come ricordava ieri sera su LA7 la professoressa Elsa Fornero.

Per la versione sociale dell’APE, attesa per la documentazione da presentare per l’accesso, cioè le pezze che giustificheranno lo stato di necessità del lavoratore. Vanno chiarite bene le platee dei lavori gravosi per accedere ad APE sociale e quota 41. Inoltre, di concerto con l’INPS, va messa a punto la modulistica per le richieste di pensione con le nuove norme. Il tutto deve essere messo a punto per la data ufficiale del lancio dell’APE, cioè il 1° maggio 2017.

Il lavoro prosegue

Continuità, questo l’effetto che il Governo Gentiloni avrà rispetto a quello Renzi, non fosse altro perché poco è cambiato nella squadra di Governo e nei partiti che appoggiano l’Esecutivo. Ecco perché dopo la fase attuativa del pacchetto previdenziale, del prolungamento dell’ASDI per i disoccupati e dopo l’estensione della platea dei beneficiari del SIA (sostegno all’inclusione attiva), il nuovo Governo tornerà ad incontrare le parti sociali.

C’è da completare il lavoro sulle pensioni, in quella che lo scorso settembre (mese dell’accordo con i sindacati sul tema previdenziale) venne definita fase 2. Si tornerà a parlare di quota 41 per tutti e non solo per coloro che hanno disagi sociali e lavorativi. Con l’avvio della sperimentazione dell’APE, si valuterà anche l’esito del contatore sulle richieste di pensione. Risultati al di sotto delle attese, potrebbero costringere a rivedere il pacchetto proprio a partire dall’APE. Da Floris, su LA7, la Fornero si è dichiarata scettica sul fatto che la misura del prestito sarà largamente accettata dai lavoratori. Diverso il discorso sulla versione sociale che serve a persone disperate o quasi.

Poi c'è da preparare la pensione di garanzia, cioè l’inserimento nel palinsesto normativo previdenziale, di un limite minimo sotto la quale nessuna pensione potrà essere erogata. Una proposta che fece capolino già nelle scorse riunioni Governo-sindacati, per combattere la povertà e per allontanare i pensionati, soprattutto futuri, da pensioni vicine alla fame perché calcolate con il contributivo, in un periodo dove il lavoro manca e di contributi se ne versano pochi.