I presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, Cesare Damiano e Maurizio Sacconi hanno indetto ieri una conferenza stampa congiunta per chiedere al Governo di fare tutto il possibile per bloccare o sospendere l'innalzamento automatico dell'età pensionabile a 67 anni dal 2019. La motivazione principale non sarebbe quella di trovare un compromesso con i sindacati, anch'essi contrari all'innalzamento, ma di ristabilire una certa equità nel nostro sistema previdenziale.

Anche perché, già oggi, l'Italia detiene il primato in Europa da questo punto di vista. Infatti, per citare un solo esempio, anche in Germania è previsto l'innalzamento a 67 anni, ma solo dal 2029. Inoltre, con questo adeguamento automatico si creerebbe una sgradevole disparità di genere, condannando, di fatto, le donne alla pensione di vecchiaia.

Il falso problema dell'equilibrio del sistema previdenziale

La proposta di Damiano e Sacconi è semplice: inserire nella prossima legge di Bilancio una norma transitoria che preveda tempi più lunghi per l'innalzamento dell'età pensionabile o che la blocchi del tutto.

E a chi dice che, in questo modo, si metterebbe a rischio l'equilibrio interno del nostro sistema previdenziale, risponde un articolo del "Sole 24 ore" di oggi, a firma di Davide Colombo, dove viene giustamente fatto notare che l'equilibrio del sistema contributivo è già garantito dai coefficienti di conversione del montante pensionistico, cioè gli algoritmi che consentono di determinare l'assegno pensionistico in base ai contributi versati. Questi vengono già ora aggiornati ogni 3 anni e dal 2021 lo saranno ogni 2. Inoltre, vengono determinati sempre secondo l'aspettativa di vita dopo l'uscita dal lavoro.

Il problema delle carriere discontinue

Damiano e Sacconi durante la conferenza stampa congiunta hanno evidenziato, anche, il problema delle carriere discontinue.

L'innalzamento automatico dell'età pensionabile a 67 anni, infatti, fanno notare i parlamentari, presuppone carriere lavorative continue per funzionare dovutamente. Cosa che, nel'attuale congiuntura economica, non è assolutamente garantita, sopratutto per le donne. È necessario, quindi, rivedere il meccanismo secondo una logica più equitativa. E se a dirlo è Maurizio Sacconi, considerato il padre dell'adeguamento all'aspettativa di vita, ha ben un altro valore.

Prosegue il tavolo tra Governo e Sindacati

Intanto il tavolo di confronto tra Governo e Sindacati va avanti. Ieri si è continuato a discutere sulle misure per rendere operative la pensioni di garanzia per i giovani e le norme da varare per rendere più facile l'accesso alla pensione complementare.

Inoltre, oltre ad impegnarsi a far partire tutte e tre le forme dell'Ape, il Governo starebbe studiando delle forme di uscita anticipata per le donne, collegate all'anticipo pensionistico, in modo da ristabilire la parità di genere.