Il Governo Gentiloni parte con la cosiddetta fase due della riforma pensionistica e mette in cantiere nuove misure, in particolare per i giovani, le donne e i disabili. Ma tutte le categorie economiche e sociali saranno interessate in qualche modo dalla riforma, che promette di essere una vera rivoluzione copernicana.

Tra le misure che dovrebbero vedere la luce, la pensione di garanzia per i giovani con una fiscalità ridotta dei contributi previdenziali. Verrà anche previsto un meccanismo per la copertura contributiva dei periodi precedenti con l'inclusione del recupero degli anni universitari.

Con un occhio particolare verso le donne, che si sono prese cura di familiari disabili per diverso tempo. Vediamo, nel dettaglio, cosa prevede l'accordo raggiunto ieri tra l'esecutivo e i sindacati.

Cosa prevede l'accordo Governo-Sindacati

L'accordo raggiunto ieri tra Governo e Sindacati prende le mosse dal Verbale di intesa sindacale siglato tra le tre confederazioni maggiormente rappresentative lo scorso anno. Scopo del verbale è, fondamentalmente, quello di stabilire il percorso migliore per poter raggiungere gli obiettivi sopra menzionati entro il varo della prossima legge di Bilancio. Il problema è, che nel frattempo è venuta alla ribalta la questione dell'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni a partire dal 2019.

I sindacati vorrebbero ridiscutere il requisito dell'aspettativa di vita in modo tale da non renderlo automatico, ma anzi calibrarlo, ad esempio, alla tipologia di lavoro svolto. Ma una soluzione di questo genere non è vista di buon occhio dal Presidente del'INPS, Tito Boeri, per il quale significa aumentare enormemente la spesa pensionistica a danno delle generazioni future.

Per spronare il Governo ad accelerare sulla riforma, è prevista per il 13 luglio prossimo un'iniziativa unitaria di Cgl, Cisl e Uil.

I chiarimenti del Governo sull'Ape social

Il Governo, nell'incontro di ieri ha ribadito alcuni requisiti per l'accesso all'Ape social, di cui avevamo dato conto in un precedente articolo. In particolare per poter usufruire dell'assegno pensionistico anticipato, un disoccupato deve aver smesso di percepire da almeno 3 mesi qualunque altro ammortizzatore sociale, come, ad esempio, la Naspi.

Tra i beneficiari, come spiegato dal Governo attraverso un'interpretazione autentica della norma, anche coloro che hanno interrotto qualche tipo di ammortizzatore perché hanno iniziato a lavorare con un contratto a termine e, alla fine del periodo lavorativo, sono rimasti scoperti.

Novità anche per i lavoratori precoci del settore edile che vogliono usufruire del'Ape social. Se riscontrano delle difficoltà nel reperimento della documentazione necessaria da parte delle aziende dove hanno prestato la propria opera, possono richiedere l'assistenza delle casse edili. Inoltre, verranno inclusi tra i lavori gravosi, equiparandoli ai loro colleghi del settore pubblico, anche gli operatori sanitari del settore privato.