Il Disegno di Legge sulla concorrenza porta a nuovi aggiornamenti nel settore della previdenza privata, un campo dove il legislatore non è risultato esente in passato da alcune contraddizioni, ad esempio con l'aumento dell'imposizione fiscale. È però solo negli ultimi tempi che si assiste alla possibilità di ricorrere al proprio montante previdenziale come una fonte di welfare privato alternativo a quello pubblico, magari per la perdita del lavoro in un'età nella quale si è ancora troppo giovani per poter andare in pensione e troppo anziani per potersi reinserire in una nuova realtà produttiva.
L'anticipo del DDL si integra con la nuova RITA
Il settore della previdenza complementare sembra comunque orientato ad un crescendo di dinamismo man mano che diventa sempre più difficile ottenere l'agognato pensionamento con la quiescenza ordinaria. Alla misura prevista nel ddl Concorrenza si affianca infatti la Rendita Integrativa Anticipata Temporanea (RITA) dei fondi pensione inserita in Legge di bilancio 2017, che consente di utilizzare il montante sotto forma di rendita con gli stessi requisiti dell'APE volontaria (63 anni di età e 20 di contribuzione, unitamente ad un futuro assegno Inps non inferiore alle 700 euro circa).