Il Presidente dell'Inps Tito Boeri è tornato ad esprimersi in merito al caso delle Pensioni pagate all'estero in favore di coloro che si sono trasferiti in Paesi con basso costo della vita e bassa imposizione fiscale, parlando di un fenomeno che al momento non appare destinato a rallentare. Una vicenda che si lega "inevitabilmente" alla globalizzazione e sulla quale "non c'è niente di male", ma che porta comunque a dover riflettere sul funzionamento del sistema. Il riferimento va non tanto all'erogazione di prestazioni previdenziali, quanto a quelle di natura "assistenziale", che sono normalmente pagate dalla nazione nella quale si risulta residenti.

Intervenendo in audizione presso il Senato, davanti al Comitato che si occupa degli italiani all'estero, il rappresentante dell'Inps ha quindi parlato di "controtendenza" rispetto a quanto avviene normalmente altrove, evidenziando la necessità di invertire la rotta e cominciare ad "importare" pensionati in Italia.

Gli assegni all'estero costano un miliardo

D'altra parte, sui pagamenti degli assegni all'estero i dati dell'Inps riportano uscite complessive per un miliardo di euro, contenenti anche prestazioni previdenziali che, come già detto, non hanno però un ritorno sui consumi del nostro Paese. Nel corso dello scorso anno risultano pagate circa 373mila pensioni divise su 160 nazioni e coperte da periodi contributivi che in casi superiori all'80% non arrivano a 10 anni.

Ricongiunzione familiare, sui migranti Boeri segnala Fake News

Restando in tema di scambi con l'estero, il Presidente dell'Inps ha quindi sottolineato la falsità di alcune notizie che stanno circolando in rete in merito alla possibilità di ottenere facilmente degli assegni di ricongiunzione familiare purché il richiedente abbia almeno 65 anni e 7 mesi.

Si tratta a tutti gli effetti di una Fake News, visto che il pagamento del sussidio richiede al contempo una permanenza continuativa nel nostro Paese di almeno un decennio. Un vincolo che esclude la possibilità di pagare pensioni sociali attivando la semplice pratica di ricongiunzione.

Il contributo degli immigrati vale 300 milioni a fondo perso

Sulla questione dell'immigrazione Tito Boeri era già intervenuto negli scorsi giorni, ricordando che i versamenti effettuati dagli immigrati a fondo perso (senza cioè il corrispettivo pagamento di una pensione) ammontano a 300 milioni di euro. "Sin qui gli immigrati ci hanno regalato circa un punto di Pil" aveva spiegato l'economista, ricordando che i versamenti annui degli immigrati regolari ammontano a 8 miliardi di euro. Contributi che in diversi casi non si traducono in prestazioni e che vengono lasciati all'interno delle casse dell'Inps.

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