Le cattive notizie di questi tempi, soprattutto per lavoratori e pensionati non finisco mai. Con un nuovo messaggio pubblicato sul portale ufficiale dell'Istituto di Previdenza Sociale, il problema dei debiti fiscali, delle multe e delle cartelle esattoriali per pensionati e lavoratori sembra diventare ancora più pesante. Nonostante le norme vigenti stabiliscano che il pignoramento delle Pensioni non può superare un quinto dell'importo mensile dell'assegno previdenziale, una novità nella Legge di Bilancio in vigore dal 1° gennaio dà la possibilità al Fisco di aggirare questo limite.

Una novità che riguarda le pensioni ma anche come vedremo le buonuscite, liquidazioni, Tfs o Tfr che spettano ai lavoratori una volta perduto l’impiego. Ecco come funziona quello che può essere considerato un nuovo blocco di pensione o Tfr per soggetti con problemi di cartelle esattoriali.

La normativa attuale

Quando un soggetto ha debiti con il Fisco che hanno già dato vita a procedure di esecuzione forzata, tra le quali il pignoramento presso terzi, l’Agente di riscossione può chiedere all'Ente erogatore della prestazione previdenziale di girare i soldi dovuti dal pensionato direttamente al concessionario a saldo del debito.

Questa in sostanza l’operazione che può mettere in pratica la Riscossione che dallo scorso luglio ha visto la chiusura di Equitalia ed il trasloco delle funzioni ad Agenzia delle Entrate Riscossione. Esistono limiti molto rigidi rispetto a questo pignoramento perché può venire accantonata al fine di saldare i debiti del pensionato solo una parte della pensione. Questo limite è pari ad un quinto dell'assegno previdenziale mensile dal quale defalcare anche il minimo vitale previsto per legge che è pari ad 1,5 volte l’assegno sociale.

Cosa dice l'Inps

Il messaggio 1085 del 12 marzo 2018 offre l’occasione all'Inps per chiarire le novità che fuoriescono dall'ultima Legge di Bilancio proprio in materia pignoramenti di pensione.

Quando un Ente Pubblico deve emettere un pagamento in favore di un contribuente, questa erogazione viene sospesa per consentire all’Ente di verificare se il soggetto beneficiario abbia pendenze con il Fisco e cartelle di pagamento insolute. Naturalmente ci sono dei limiti di importo affinché la sospensione abbia effetto. Con la manovra suddetto limite è stato abbassato da 10mila a 5mila euro. In pratica pensionati che ricevono pensioni nette superiori ai 5mila euro ma che hanno debiti con il Fisco possono vedersi congelare la pensione per intero proprio per permettere i controlli relativi alle pendenze. Il problema si presenta a maggior ragione con le erogazioni delle liquidazioni o delle buonuscite da parti di Enti Pubblici con funzioni di datori di lavoro.

Un dipendente che deve percepire 5.000 euro di Tfr ma ha cartelle non pagate si potrà vedere fermato il pagamento di queste spettanze. I tempi tecnici di questa operazione sono di 60 giorni perché anche in questo caso la manovra finanziaria ha dato maggio forza alla riscossione che prima aveva solo 30 giorni per procedere all'operazione di pignoramento. In pratica si rischia di dover aspettare due mesi prima di ricevere la pensione spettante che è stata fermata per procedere alla riscossione da parte del concessionario. Se l’operazione va a buon fine, cioè con il Concessionario che preleva la somma massima pignorabile (un quinto meno il minimo vitale), il pensionato riceverà la pensione rimasta dopo massimo 2 mesi.

Segnalazioni da chi è incappato in questo provvedimento però dimostrano come spesso il minimo vitale ed il quinto pignorabile non vengano rispettati e gli importi pignorati superino questi limiti. La pensione o il Tfr possono venire bloccati per diverso tempo e per importi non pignorabili con l’unica carta in mano al soggetto passivo dell'azione legale con avvocato e causa in Tribunale.