L’Italia continua ad avere una spesa per le Pensioni troppo alta ma che non protegge dal rischio povertà. Non bastavano le continue polemiche suscitate dal dibattito pre e post elettorale sullo stato del sistema previdenziale italiano e sulle sue storture burocratiche che arriva ora anche il rapporto della Commissione europea a sottolineare come, nonostante la spesa eccessiva, il sistema non riesce a mettere al riparo i pensionati dal rischio povertà.
La Commissione europea sulle pensioni in Italia
La Commissione dell’Unione Europea ha pubblicato il Rapporto Pensioni 2018 che prende in esame lo stato dei sistemi previdenziali negli Stati membri e le conclusioni sono tutt’altro che confortanti per il nostro Paese. Ad una elevata spesa pensionistica che consente lo svolgimento di una efficace funzione di mantenimento del reddito, non corrisponde, secondo i commissari europei, una adeguata protezione contro la povertà.
Il documento approfondisce poi l’analisi esprimendo un giudizio sostanzialmente positivo sull’introduzione dell’Ape sociale e delle diverse forme di uscita anticipata introdotte nel corso dell’ultima legislatura che, si legge, hanno introdotto un elemento di equità prevedendo il pensionamento anticipato per determinate categorie di lavoratori.
Viene fatto tuttavia notare che tali provvedimenti sono risultati strutturalmente deboli in quanto l’eccessivo costo dell’Ape, ad esempio, porterà ad un numero di adesioni inferiore alle attese. Positivo anche il giudizio sul cumulo dei contributi tra diversi regimi pensionistici.
Ma il vero allarme della Ue viene dalla prospettiva per giovani e lavoratori precari, attesi da carriere lavorative discontinue, meno protetti rispetto ai loro colleghi del passato, le cui pensioni non potranno proteggerli dal rischio povertà.
La spesa per le pensioni nei prossimi anni
La successiva analisi della spesa conferma le preoccupazioni degli esperti di Bruxelles per quanto riguarda il rischio povertà dei pensionati italiani.
Se nel 2008, infatti, la percentuale degli over 65 in stato di povertà in Italia era inferiore alla media europea (6,7% contro il 7/6% della Ue), nel 2016 tali percentuali hanno mostrato tendenze opposte, salendo al 10,9% per l’Italia mentre in Europa è scesa al 5,9%.
La condizione dei pensionati italiani sembra quindi destinata a peggiorare, per i motivi in precedenza descritti, nonostante il fatto che la spesa previdenziale, prevista come tendenzialmente stabile fino al 2020, sia destinata a crescere nel periodo 2020-2040, passando dal 15,6% al 19,7% del pil, anche in previsione del progressivo invecchiamento della popolazione.
La soluzione, secondo la Commissione, sarebbe quella di incentivare lo sviluppo della previdenza integrativa che in Italia è partita solo per alcune categorie di lavoratori.