La riforma previdenziale che dovrebbe essere inserita nella prossima Legge di Bilancio 2019 è in fase di elaborazione. Il tema, infatti, è assai complesso perché impatta su differenti interessi. Di conseguenza, nonostante l'articolato della Manovra economica sarebbe dovuto essere presentato in Parlamento entro lo scorso 20 ottobre, di fatto i tecnici dei vari ministeri interessati sono ancora al lavoro per arrivare ad inserire in manovra sia il reddito di cittadinanza che la pensione di cittadinanza, ma anche la tanto attesa Quota 100.

L'intenzione del Governo M5S - Lega è, infatti, quella di presentare il disegno di Legge di Bilancio al Parlamento entro i primissimi giorni della prossima settimana. Ma se, per qualsiasi motivo, non si dovesse riuscire a far questo il "Piano B" consisterebbe nell'introdurre degli emendamenti ad hoc durante la discussione parlamentare o, in ultima analisi, presentare un Decreto legge d'urgenza. Intanto si sta facendo chiarezza su alcuni temi correlati estremamente importanti.

Il contributo di solidarietà sulle pensioni d'oro

Il partito del Vicepremier e Ministro dell'interno, Matteo Salvini ha annunciato mercoledì 24 ottobre che sulle Pensioni d'oro (quelle di importo superiore ai 4500 euro netti al mese) il Governo è intenzionato ad intervenire con un contributo di solidarietà.

Anche se la modulazione sui vari scaglioni di reddito è ancora tutta da definire. L'ipotesi che circola è di articolarlo in tre fasce e precisamente: una prima fascia con prelievo del 6% tra i 90 e i 120 mila euro lordi; una seconda fascia con prelievo del 12% fino a 160 mila euro lordi e una terza fascia con aliquota fissata al 18% sopra i 160 mila euro lordi E questo per evitare che si incorra, come successo in passato con il Governo Monti, nell'illegittimità costituzionale. Oltre al fatto che si dovrebbero garantire almeno 1 miliardo di euro di risparmi in tre anni. Ma se il contributo di solidarietà sulle pensioni d'oro vale tra i 200 e i 300 milioni di euro la differenza potrebbe essere recuperata attraverso la rimodulazione del meccanismo di perequazione al tasso di inflazione che potrebbe avere effetti anche sui trattamenti pensionistici più bassi.

Il pacchetto predisposto dai tecnici ministeriali prevederebbe, tra le varie opzioni, un'abbattimento dal 25 al 50% dell'adeguamento al costo della vita per le pensioni nove volte superiori al minimo. Secondo quanto riferisce il quotidiano "Il Sole24ore" la riforma previdenziale dovrebbe essere completata con delle misure di incentivazione alle assunzioni di giovani lavoratori con l'obiettivo, come ha riferito il Sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, di favorire un vero ricambio generazionale. Sull'altra riforma principe del Governo, il reddito di cittadinanza, fonti interne al M5S avrebbero confermato che delle tre Offerte di lavoro che dovrebbero essere proposte al lavoratore, la prima dovrà essere, necessariamente, all'interno di un raggio di 50 chilometri.

Mentre le restanti due saranno ricomprese in un raggio più ampio, fissato ad 80 chilometri dal domicilio del lavoratore.

Le probabili modifiche alle finestre di Quota 100

In base alle ultime informazioni disponibili alle quattro finestre trimestrali di uscita anticipata dal lavoro si dovrebbe aggiungere, esclusivamente per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, un obbligo di preavviso di tre mesi. Quest'ultima modifica, di fatto, riduce a due sole, una ogni sei mesi, le finestre di uscita a disposizione dei dipendenti della Pubblica Amministrazione. Un ulteriore effetto indiretto di questa modifica sarebbe quello di dimezzare la platea di coloro che potranno andare in pensione anticipatamente nel 2019.

Secondo le stime più attendibili si tratterebbe di circa 150000 lavoratori. Occorre aggiungere, poi, che questo meccanismo dovrebbe rimanere in vigore per almeno due anni. Inoltre, dato che chi deciderà di andare in pensione con Quota 100 subirà, comunque, una riduzione dell'assegno previdenziale in una percentuale massima compresa tra il 20 ed il 25%, potrebbero essere ancora meno i dipendenti, sia pubblici che privati, che decideranno di usufruire di Quota 100. La somma di tutti questi correttivi dovrebbe garantire il rispetto del budget di 6,7 miliardi di euro stanziato per la riforma previdenziale.