Pensioni anticipate a quota 100 con uscita a partire dai 62 anni di età e riforma della Pubblica Amministrazione, con nuovi concorsi a garanzia del turn-over, andranno di pari passo nei nuovi provvedimenti del Governo Conte. Il binomio è confermato dall'adozione, avvenuta proprio nella giornata di ieri, del "Decreto Concretezza", norma che fissa regole ben precise per combattere il presunto assenteismo dei lavoratori statali. Inoltre, le novità degli ultimi giorni sulle pensioni anticipate a quota 100 e la necessità di nuove assunzioni nella Pubblica amministrazione sono sintetizzabili nei numeri che proprio oggi pomeriggio la Cgil ha portato a conoscenza: soprattutto grazie alle pensioni a quota 100 è prevista l'uscita di circa mezzo milione di lavoratori statali nel triennio 2019, 2020 e 2021, cifra che, inevitabilmente, porrà il Governo Conte e il ministro della Funzione Pubblica, Giulia Bongiorno, di fronte alla necessità di rimpiazzare i lavoratori in uscita.
Pensione anticipata a quota 100: ultime novità di oggi uscita degli statali
Innanzitutto, dunque, le previsioni di uscita dei lavoratori statali con le pensioni anticipate a quota 100. In seconda battura rispetto alle stime di Matteo Salvini sui circa i 400 mila lavoratori che andrebbero in pensione con la misura pensionistica nel solo 2019, dei quali 150 mila lavoratori del pubblico impiego, la Cgil proietta le cifre al prossimo triennio, dal 2019 al 2021. A partire dai 62 anni potrebbero essere fino a 500 mila gli statali interessati all'uscita, in conseguenza dell'alta età media della maggior parte dei dipendenti pubblici. Già nel 2016, il 39 per cento dei dipendenti statali, ovvero il 25 per cento del totale, aveva un'età compresa tra i 58 ed i 67 anni, dunque nella fascia di chi è già andato in pensione o di chi sia prossimo all'uscita.
Da queste cifre, la Cgil prevede che nel prossimo triennio centinaia di migliaia di lavoratori del pubblico impiego saranno ultrasessantenni, con l'età e i contributi necessari per la pensione anticipata a quota 100. Molti i lavoratori pubblici impiegati nella Sanità pronti all'uscita: addirittura 221.345.
Riforma Pa e pensioni anticipate: uscita con quota 100, ulteriori requisiti statali per decreto
Di fronte a numeri a sei cifre che potrebbero segnare un eccesso delle uscite con le pensioni anticipate a quota 100 rispetto alle necessità della Pubblica amministrazione, il ministro Giulia Bongiorno predica cautela. Proprio nel corso della trasmissione Agorà di oggi, il ministro della Funzione Pubblica ha chiarito che la platea dei potenziali beneficiari delle nuove pensioni anticipate è la cifra massima attendibile all'uscita da lavoro, ma non è detto che tutti andranno in pensione una volta che sia maturata la quota 100.
Ed è proprio sulle pensioni degli statali che Giulia Bongiorno ha anticipato che verrà emanata una norma ad hoc affinché possa essere garantita la continuità dei servizi pubblici. Ma occorrerà verificare esattamente la convenienza dei dipendenti statali rispetto alle condizioni dettate dalle pensioni a quota 100: in quest'ottica il ministro non conferma le indiscrezioni degli ultimi giorni riguardanti il preavviso di uscita, anche se ipotizzabile. I dettagli della norma su quota 100 verranno presi d'intesa con il Governo.
Non solo pensioni quota 100: lotta ai 'furbetti', eccezioni per scuola e docenti
Intanto, oltre alle pensioni a quota 100, arriva un altro tassello di riforma della Pubblica amministrazione con nuove norme pronte e Concorsi Pubblici, definiti dalla Bongiorno "sprint" perché da farsi in 3 mesi, per rimpiazzare i dipedenti statali in uscita.
Proprio il "Decreto Concretezza" di ieri ha stabilito il superamento degli attuali apparecchi di rilevazione delle presenze, i tornelli e i cartellini, introducendo i nuovi sistema di rilevamento delle impronte digitale o dell'iride per l'identificazione facciale. Tale sistema dovrebbe prevedere delle norme particolari per alcuni comparti della Pa, come per la Scuola, dove si cercherà di dare attuazione alla riforma con un decreto del ministero dell'Istruzione, data la particolarità del lavoro dei docenti.