Valerio D’Alò, segretario generale della Fim - Cisl di Taranto ha commentato i primi dati sulla partecipazione dei lavoratori dell’Ilva al programma di esodo volontario con incentivi.
Secondo D'Alò fino ad oggi 336 persone avrebbero firmato, ma circa un migliaio di giovani sarebbero pronti a scegliere questa strada per lasciare il lavoro.
Buonuscita di 77 mila euro
Il sistema prevede che vengano dati 100 mila euro lordi (ovvero 77 mila al netto della tassazione) per chi lascia l'Ilva entro la fine del prossimo gennaio. Poi si procederebbe a scalare, fino alla fine del 2023.
Questa opzione è stata aperta a tutti, ovvero anche a coloro sono stati assunti da pochi anni e starebbe suscitando interesse proprio tra i giovani. Secondo il segretario, il fatto che ci siano tante adesioni a questa forma di esodo tra chi è all'Ilva da poco tempo, sarebbe dovuto alla volontà di provare nuove esperienze lavorative o da valutazioni che rientrano nella sfera personale nelle quali il segretario non si addentra.
I sindacati tra cui Fim - Cisl di Taranto, hanno inoltre spiegato che non potranno accedere a questo sistema di esodo più di 3.097 lavoratori e che, tra la fine di ottobre e i primi di novembre, Arcelor Mittal procederà ad assumere 8.200 persone solo a Taranto.
Quelli che avranno preferito rimanere al lavoro, entreranno in cassa integrazione straordinaria fino al 2023 o verranno impiegati per le attività di bonifica dello stabilimento. D'Alò ha anche sottolineato che si tratterebbe di cassa integrazione temporanea, dal momento che ci sarebbero le condizioni per far ritornare tutti al lavoro quando il piano di passaggio sarà finito.
Il segretario D'Alò ha anche spiegato quali saranno i criteri per le assunzioni. Verranno tenuti in considerazione il grado di anzianità di servizio, la professionalità raggiunta e la situazione familiare calcolando una media ponderata su cui i sindacati vigileranno affinché tutto sia fatto con la massima trasparenza. Non ci sarà spazio per i furbetti o per chi spera di sfruttare la situazione a proprio vantaggio.
D'Alò inoltre ha specificato che la tabella riassuntiva diffusa in rete dalla pagina di un'organizzazione sindacale non ha alcuna valenza ufficiale ed è solo foriera di confusione. Il segretario poi garantisce che Mittal non si farà carico in alcun modo di chi dovesse rifiutare l'assunzione. Per costoro, dopo la cassa integrazione si aprirebbe solo la strada della disoccupazione.