Il magistrato del Supremo tribunale federale (Stf) brasiliano, Luis Fux, ha emanato un mandato d’arresto per Cesare Battisti al fine di agevolare il processo d’estradizione in Italia. Secondo la sentenza emanata, il potere giudiziario riconosce la correttezza del processo d’estradizione e stabilisce che la decisione venga presa dal Capo dello Stato.
L'enunciato è del tutto opposto a quanto era stato deciso un anno fa e la situazione per Battisti diventa critica. L'uomo che è ricercato anche dall’Interpol, dovrebbe essere arrestato per il pericolo di fuga e per onorare il trattato bilaterale di estradizione tra Brasile e Italia.
Finora i difensori dell'ex terrorista dei PAC avevano asserito che la decisione di negare l'estradizione presa nel 2010 dal presidente Lula non potesse essere sconfessata da un altro presidente, ma il giudice della Corte suprema ha saputo dimostrare il contrario.
Nei prossimi giorni si saprà se l'arresto sarà firmato dal presidente uscente Michel Temer o da quello entrante Jair Bolsonaro. I due si sono detti entrambi favorevoli all'atto, ma la responsabilità dovrebbe essere del secondo per una questione di tempi tecnici. La prossima settimana la Corte suprema chiude per la pausa natalizia e a gennaio in Brasile iniziano le vacanze estive, per cui la firma verrà probabilmente apposta a febbraio.
Bolsonaro aveva dichiarato che, avendo già il Brasile un alto numero di criminali a cui provvedere, avrebbe volentieri mandato Battisti a scontare la pena nel Paese di appartenenza.
Il legale di Battisti non ha commentato la decisione e ha precisato di non aver ancora avuto accesso agli atti del giudice.
In Brasile dal 2009
Battisti vive in Brasile dal 2009 sulla costa dello Stato di San Paolo, in una cittadina di nome Cananeia.
Dopo l’elezione di Bolsonaro, alla fine di ottobre, era scomparso per qualche giorno motivando l'assenza con dei controlli medici e appuntamenti con gli avvocati. L'anno scorso si era allontanato dalla propria residenza ed era stato arrestato a Corumbà, nello Stato di Mato Grosso del Sud, mentre aveva cercato di attraversare il confine con la Bolivia con 6 mila dollari e 1.300 euro non dichiarati.
Era stato liberato dopo tre giorni e, benchè sotto processo per esportazione illegale di valuta, fino a ieri era considerato un uomo libero.
Ma fino a ieri era uomo libero e poteva circolare liberamente in tutto il Brasile. Da oggi, se non è già fuggito, il suo destino finale dovrebbe essere il carcere.