L’Inps da aprile ha iniziato a pagare le Pensioni ai richiedenti quota 100. La novità pensionistica varata dall’attuale esecutivo, almeno dal punto di vista delle domande presentate, sembra stia riscuotendo un discreto successo. Il fatto che la misura offre un discreto anticipo rispetto alle normali uscite previste dalla normativa vigente e soprattutto con la pensione di vecchiaia a 67 anni è evidente, essendo possibile con quota 100 lasciare il lavoro a 62 anni di età insieme a 38 anni di contributi versati.
I dubbi sulla misura sono tutti relativi agli importi degli assegni, alle presunte riduzioni di assegno dovute all’anticipo ottenuto in termini di uscita per la pensione. Dopo il via alle prime erogazioni delle pensioni con la quota 100, con l’Inps che straordinariamente ha liquidato le pensioni anche l’8 aprile dopo il pagamento del giorno uno, diventa possibile presentare una analisi su questo primo mese di effettivo funzionamento della misura. Numerosi media e quotidiani hanno dato risalto a queste prime analisi basandosi su quanto detto in un'intervista dal neo Presidente Inps Pasquale Tridico.
I numeri sul nuovo canale di uscita
Gli importi delle pensioni con la quota 100 sono inevitabilmente inferiori a quelli che i neo pensionati avrebbero percepito restando al lavoro fino a 67 anni di età ed attendendo la normale quiescenza di vecchiaia. Questione di minor numero di contributi versati e di trasformazione del montante dei contributi con coefficienti che sono tanto sfavorevoli, quanto prima si lascia il lavoro. Altre penalizzazioni in quanto ad assegno di pensione percepito dai neo quotisti non ce ne sono. Tridico ha confermato come siano state ricevute dal suo Istituto oltre 117mila domande, delle quali circa 40mila da parte dei lavoratori statali, numero elevato per via del fatto che nella scuola a febbraio sono scadute le istanze di cessazione dal servizio, con le conseguenti pensioni che scatteranno solo a settembre, cioè ad inizio nuovo anno scolastico.
Le istanze di quota 100 sono nella maggior parte dei casi provenienti da lavoratori con età compresa tra 63 e 65 anni. Le pensioni già lavorate in vista della doppia data di pagamento di aprile sono state 51mila, delle quali10mila respinte per mancanza dei requisiti o perché il lavoratore non ha provveduto a dimettersi, fattore quest’ultimo obbligatorio per andare in pensione con il nuovo canale di uscita.
Pensioni medie per quotisti vicine a 2.000 euro al mese
Ricapitolando, in base alle parole di Tridico nell’intervista sul Corriere della Sera, ad aprile l’Inps ha provveduto ad erogare 35mila pensioni, con le altre 6.000 circa che saranno pagate a maggio. Le pensioni già pagate mettono in risalto il fatto che la media degli assegni si assesta intorno ai 1.900 euro, più precisamente, 1.865 euro.
Il presidente poi ha affrontato anche i numeri provenienti dal reddito di cittadinanza. In questo caso le erogazioni non sono ancora partite, ma il tasso di accoglimento delle domande già lavorate è elevatissimo. Secondo Tridico infatti, su 800mila istanze per il reddito di cittadinanza, circa 640mila sono state già valutate ed il 75% con esito positivo.