Milano. Si è conclusa la protesta del 50enne bulgaro, Martin Advinki, salito sul tetto del Teatro alla Scala ieri mattina alle 8: dopo lunghe trattative i carabinieri lo hanno bloccato, imbragato e costretto a scendere per strada. La sua protesta, in sostegno del 'No' al referendum, è durata sette ore e si conclude con una denuncia per 'procurato allarme'.
Sul tetto della Scala per protesta sul referendum
Il contestatore è salito sul tetto della Scala portando con sè tre grandi striscioni, in favore del 'No' al referendum, che poi ha esposto: sui cartelli si potevano leggere le scritte 'Referendum No categorico', 'Libertà e democrazia', Giustizia italiana abuso di potere', 'il Presidente Berlusconi aveva visto giusto'. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e le forze dell'ordine che, nell'ipotesi di un gesto sconsiderato da parte dell'uomo, hanno sistemato un grosso gonfiabile sotto il teatro. I negoziatori hanno quindi cercato di convincerlo a desistere dal suo intento, ma senza riuscirci; tanto è vero che 'Il Ratto del serraglio' - una recita per bambini prevista per le ore 15 - è stato spostato: il pubblico, su decisione del teatro, è stato fatto entrare dall'ingresso laterale più protetto.
In favore del 'NO' al referendum
Ancora non è ben chiaro come Advinski sia arrivato sul tetto del Teatro alla Scala. L'ipotesi più accreditata è che sia passato, già da venerdì notte, da un ponteggio accanto. Intorno alle 8 di sabato ha chiamato il 112, mettendo così in moto la macchina della sicurezza: infatti, secondo i controlli effettuati, gli ingressi del teatro non presentano segni di scassi; improbabile, inoltre, che sia entrato da quello riservato ai dipendenti, che si possono aprire solo con un badge di riconoscimento. Nelle prossime ore, comunque, per acquisire ulteriori elementi che possano far luce sulla vicenda, saranno esaminate le immagini riprese dalle telecamere.
Soltanto dopo ben sette ore di trattative con i negoziatori, impotenti di fronte all'ostinazione di Advinski, i vigili del fuoco e i carabinieri lo hanno sorpreso con un blitz, bloccato e poi fatto scendere in strada.
A Milano, un altro caso simile si è verificato qualche settimana fa: un ragazzo americano che rimase chiuso all'interno del Duomo, passò l'intera notte tra le guglie. Le polemiche sulle (clamorose) falle dei controlli sui monumenti più importanti di Milano, non mancarono.