La mostra su Kandinsky, il Cavaliere Azzurro, inaugurata al Mudec di Milano il 15 Marzo ed aperta sino al 9 luglio, curata da Silvia Burini e Ada Masoero, offre al visitatore ben 49 opere e 85 tra icone e stampe popolari provenienti dai più importanti musei della Russia e dell'Armenia.

L'operazione coinvolge l'Ermitage di San Pietroburgo, la Galleria Tret'Jakov, il Museo Panrusso delle Arti decorative, delle Arti Applicate e dell'Arte Popolare di Mosca, il Georgian National Museum, la Galleria Nazionale dell'Armenia di Erevan.

Le ragioni per visitare la mostra su Kandinskj

Ma la cosa che più affascina è che attraverso tale esposizione il visitatore viene condotto nel mondo iconografico dell'infanzia di Kandinsky, in un mondo fatto di immagini tratte proprio dalle leggende russe che si attenevano alla tradizione popolare, in cui ruolo predominante ha la figura del Cavaliere Errante e la leggenda di San Giorgio che abbatte il Drago. Da questo mondo di immagini dipinte su legno, ricamate a punto croce sui bordi di arazzi, di asciugamani di lino, di camicioni russi, o addirittura intagliate su suppellettili della casa si riempie l'universo immaginifico del pittore, e sulla leggenda di San Giorgio, patrono di Mosca, che sconfigge il Drago si nutre la fantasia del bambino.

E straordinaria è quindi l'escursione che la mostra consente dalle immagini della tradizione letteraria e iconografica della Russia prerivoluzionaria sino ai primi dipinti realistici usciti dal pennello di Kandinsky. Dai primi quadri realistici come Monaco nel 1901, Kochel 1902, il porto di Odessa del 1898, sino al meraviglioso Giorno d'estate del 1916-1917, al Mosca Piazza Rossa del 1916, o a Mosca Piazza Zubovskaja del 1916. La rappresentazione rimane ancora realistica e la mano è sempre ispirata in un taglio di case e piazze veritiero e sapientemente illuminato.

Ovviamente tra gli oggetti e i manufatti della tradizione popolare è possibile ammirare la serie delle acconciature. Ne ricordiamo una, l'acconciatura da donna Kokosnik dalla regione di Vologda ( metà del XIX sec.

in seta, cotone, lino, ricami con filo d'oro,) o il gallo giocattolo della regione di Nizmji Novgorod, oppure la serie delle stampe popolari, le 'lubki'che rappresentano fiabe russe,o il Bordo Inferiore di camicia dalla regione di Olonec, dell'inizio del XIX secolo. Di questo mondo fatto di immagini stilizzate e coloratissime si nutre la mente del piccolo artista e quando realizzerà l'almanacco 'Der Blaue Reiter' insieme ad artisti come il giovane Marc e Paul Klee, è proprio questo mondo che lo ispira e lo spinge a realizzare opere così affascinanti.

Ma un ruolo decisivo nella produzione di questo artista sarà svolto anche dalla musica. Lui suonava pianoforte e violino e famosi sono i suoi scritti che delineano il rapporto stretto tra pittura e musica.'Da un punto di vista musicale l'azzurro assomiglia a un flauto, il blu a un violoncello, quando diventa molto scuro al suono meraviglioso del contrabbasso.

Nella sua dimensione più scura e solenne al suono profondo di un organo' Ed ecco dunque al Museo Mudec una stanza oscura in cui sono proiettate onde e movimenti di luce, tu spettatore ti metti difronte, fai un gesto, alzi una mano, ti sposti, allunghi una gamba, ed ecco che le onde e i suoni si spostano come in un riflesso. Tutto è connesso, e tutto ci abbraccia in una stretta accogliente.

Una visita da fare quella su Kandinsky per capire le ragioni di un passaggio dal figurativo all'astrattismo, ragioni che risalgono all'infanzia e molto probabilmente alle suggestioni di quelle 'Lubki' che raccontano fiabe e leggende, patrimonio di una tradizione antica che la rivoluzione non è riuscita a sradicare e che salvaguardano l'identità di un popolo e di una terra lontana.