Centocinquantamila sono stati gli italiani che, lo scorso anno, hanno fatto le valige e sono emigrati all'estero: Germania, Francia e Brasile le loro mete. Sono partiti soprattutto da LombardiaVenetoLazio Piemonte. Il consorzio universitario Almalaurea ha registrato che, negli ultimi 30 anni, il numero dei diciannovenni ancora in Italia si è quasi dimezzato, e in questa statistica sono compresi anche i ragazzi del Sud, dove si sta verificando un preoccupante svuotamento umano.

Pur avendo a disposizione il distretto tecnologico di Cagliari, il polo universitario-scientifico di Catania, l'agroalimentare della Campania e il rinomato mobile pugliese, i giovani emigrano al Nord o all'estero in cerca di lavoro. Quantomai utile, a questo punto, è ricordare la grande emigrazione a cavallo tra '800 e '900, come sta facendo Valter Giuliano, vicepresidente della Rete italiana di cultura popolare con la pubblicazione di "Io parto per La Merica", con i testi dei canti degli emigranti che partivano per l'America e la Francia.

I motivetti raccontano il dolore del distacco, le tragedie del viaggio e dei naufragi, le difficoltà di integrazione in terra straniera che a Berlino avviene a passo di danza.

Ci sono anche i successi di chi ha fatto fortuna e torna soddisfatto al paese da cui era partito. Gli italiani sono ora sparsi in tutti i continenti: dall'Africa all'Australia, fino agli Stati Uniti; dall'Argentina al Brasile, passando per la vicina Francia. Di questi, ben sei milioni sono piemontesi.

Il circolo dell'emigrazione

I contadini di allora furono chiamati “re del grano” perché possedevano “Il vigneto più grande del mondo”. I "caviè d'Elva" esportavano in Provenza per confezionare parrucche per donne; gli "anciuè" si spostavano dal Marocco alla Spagna. Bernardino Drovetti si stabilì in Egitto e da lì organizzò una grande collezione di reperti che poi diede origine al Museo egizio di Torino.

Sempre da Torino, altri medici ed esploratori si misero in viaggio, gli uni per spirito umanitario, gli altri alla ricerca delle fonti del Nilo, altri ancora per esplorare le coste della Siberia.

Si portavano dietro le barbatelle per impiantare le vigne in terra straniera e diffondevano anche le loro canzoni. Quelle melodie si fusero con i ritmi autoctoni, contribuendo all'invenzione del tango. In Argentina fondarono la Pampa Gringa dove si allevavano bovini da macello, che rifornivano di carne il loro nuovo Paese. Inoltre fecero conoscere eventi piemontesi come il Palio di Asti, che da allora venne frequentato da musicisti, cantanti, imprenditori statunitensi. Quest'anno si correrà il 18 settembre.

Secondo i dati della Camera di Commercio di Torino, lo scorso anno gli occupati nel torinese sono cresciuti di quasi il 2 per cento. Si sono inseriti nel settore commercio, alberghi e ristoranti, ma anche il settore delle costruzioni ha ripreso a dare lavoro. Eppure il 50 per cento degli abitanti di Bobbio Pellice, per esempio, sta per andarsene a vivere all'estero.

Dal Piemonte crescono le esportazioni soprattutto verso gli Stati Uniti, ma rimane poca voglia di fare impresa in loco, come ha rivelato il presidente della Camera di Commercio, Vincenzo Ilotte. Da parte sua, la Compagnia di San Paolo, con altre 17 fondazioni, ha messo a disposizione 2 milioni e 650 mila euro di risorse private per sostenerle, accompagnarle e rafforzare le imprese culturali no profit di giovani sotto i 35 anni.

"Oggi è quanto mai necessario trovare nuove forme di sostegno, consolidamento e sviluppo dei soggetti più dinamici e innovativi in campo culturale e della loro sostenibilità, e Funder35 rappresenta un’ottima occasione in questo senso”, ha spiegato il segretario generale Pietro Gastaldo.