Le elezioni per il nuovo governo, tanto auspicate da molti, finalmente si terranno il prossimo marzo. Tra promesse clamorose e saltimbanchi da salotto televisivo, è cominciata la campagna elettorale. Come sempre non mancheranno colpi bassi, attacchi personali e avvisi di garanzia a orologeria. Nonostante i media tradizionali sbandierino a trombe spianate una grande ripresa dell'economia in Italia, la realtà sembra essere molto diversa.

La crisi strutturale di un Paese guidato da politici che fanno ridere e piangere allo stesso tempo, non accenna a fermarsi. Riuscirà il voto degli italiani a invertire la tendenza e a far cominciare il cambiamento tanto auspicato?

Il quadro generale

Difficilmente, qualunque sarà il risultato, le prossime elezioni potranno cambiare una situazione a dir poco disastrosa. Il motivo è molto semplice: se il sistema è marcio, va cambiato dalla radice. La pensione minima a mille euro, che propone berlusconi, l'abolizione del canone televisivo auspicata da Renzi o la libertà di potersi vaccinare tanto decantata da Salvini non salveranno l'Italia.

Nemmeno un'eventuale vittoria del Movimento Cinque Stelle riuscirebbe a dare i frutti sperati, magari per mancanza di numeri utili a governare o perchè i vecchi marpioni della politica, spalleggiati da governi stranieri, troverebbero il modo di farli saltare al primo errore. Ma allora a cosa serviranno le prossime elezioni, se non a dimostrare che il popolo è stanco di questa pseudo politica, e che il partito sempre vincente è quello dell'astensionismo? Probabilmente si possono suddividere gli italiani votanti in tre categorie specifiche: quelli che vanno a votare, perchè ci credono ancora (e fanno male), quelli che votano, perchè gli è stato promesso un posto di lavoro (magari statale, come ai vecchi tempi), e quelli che sono pagati per farlo (pochi spiccioli).

Sicuramente non è un quadro beneaugurante, ma d'altronde a volte la realtà è spietata, pur essendo fantastico sognare.

La soluzione drastica

Nessuno crede nei miracoli e ancora meno nella politica fatta in questo modo; ma allora siamo destinati a cadere nel baratro o c'è una soluzione? I problemi di fondo sono due: la mancanza di consapevolezza e la carenza di unità. Una buona parte del popolo italiano crede ancora alle fake news che i media corporativi, sia nel web che in televisione, propinano senza soluzione di continuità. Il lavaggio del cervello, che avviene ogni giorno, non aiuta ad avere una dimensione reale dei problemi. Se poi si aggiunge anche quel pizzico di pigrizia mentale, che contraddistingue molti italiani, il gioco è fatto.

Cominciare a pensare con la propria testa e soprattutto non pensare solo al proprio bel giardino, ma coltivare la solidarietà e l'unità di intenti con gli altri, porterebbe a un vero cambiamento. Ma attenzione, questo può avvenire solo dall'esterno, con strumenti diversi da quelli con cui le cosiddette istituzioni ci hanno lobotomizzato in questi anni. Uscire dal sistema per crearne uno nuovo non è solo utopia. Basta svegliarsi.