A distanza di circa due mesi dal ritrovamento del corpo sezionato della giovane Pamela Mastropietro, si è giunti ad un quadro probatorio granitico e ricco di elementi difficilmente contestabili dalle difese degli indiziati. La magistratura è in attesa delle ultime relazioni tecniche dei RIS, tuttavia gli inquirenti hanno pochi dubbi circa le dinamiche dell'accaduto. Si è tanto parlato delle vicende che hanno condotto Pamela a chiudere la sua esistenza terrena, per una sventurata disattenzione ed in modo orribile, ma poco si dibatte su altri aspetti attinenti al caso.
Nello specifico, le modalità di esecuzione dell'omicidio sembrano coincidere con un modus operandi criminale ben noto nell'Africa nera. Lo schema criminale a cui ci riferiamo è ben noto con il termine di Mafie Nigeriane. Se il fenomeno criminale è catalogato con il termine di mafia nigeriana, i suoi principali brand sono le confraternite: Aye, Black Axe e Eiye.
Origine delle confraternite nigeriane e diffusione mondiale
Sul finire degli anni '70, la Nigeria ha sperimentato una profonda crisi economica e sociale. La classe dirigente, al fine di conservare i privilegi di casta mediante un adeguato controllo sociale, ha assecondato la formazione e l'attività di consorterie criminali.
In pratica, la classe dirigente nigeriana ha stipulato un tacito e scellerato patto con violente fazioni criminali che, nel corso degli anni, hanno oppresso il popolo nigeriano divenendo una delle piaghe sociali più pervasive dell'Africa centrale. La violenza perpetrata, da tali gruppi sulla popolazione locale non ha eguali e supera per crudeltà e motivazioni le organizzazioni terroristiche che operano nella stessa area geografica. I padri fondatori delle mafie nigeriane hanno sapientemente ideato una sub-cultura criminale permeante. La struttura dei valori che anima le consorterie nigeriane corrobora in un unico corpo credenze popolari, magia, spirito massonico, odio razziale ed avidità personale.
Questo mix di principi alimenta e giustifica la crudeltà e la sopraffazione del prossimo, qualora sia di intralcio ad un interesse economico della stessa consorteria. Questo fenomeno criminale, inizialmente circoscritto ai confini geografici nigeriani, è riuscito a proiettarsi nella fitta rete delle mafie globalizzate mediante il flusso migratorio mondiale, che vede proprio l'Africa centrale il principale bacino di provenienza. Anzi sono proprio le mafie nigeriane che gestiscono il traffico illecito di carne umana.
Momenti di raccordo tra modus operandi delle mafie nigeriane e la scomparsa di Pamela
Alla luce di quanto esposto, appare chiaro chiedersi quale sia il legame tra la prematura fine di Pamela e lo spettro delle mafie nigeriane.
Il primo elemento che lascia trapelare tale sospetto attiene alla pericolosità sociale degli indiziati. Infatti, alcuni dei soggetti indiziati, i cui nomi non saranno menzionati perché non meritano alcuna attenzione mediatica, sono ben noti alle forza dell'ordine in quanto impegnati in attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Ciò lascia presupporre che in riferimento a tale attività illegale possa operare un gruppo affiliato ad una confraternita nigeriana. Infatti la struttura delle confraternite è molto fluida, ossia fa capo ad un vertice che solitamente è in Nigeria ma opera autonomamente. In pratica il gruppo nasce in riferimento ad un attività illecita e cessa di esistere nel momento in cui lo stesso business cessa.
Lo spaccio di stupefacenti e la nazionalità degli indiziati lascia intendere che a Macerata operi la mala nigeriana. Il secondo elemento attiene allo schema attuato per il tentativo di occultamento del copro, ossia il suo totale annullamento mediante smembramento.
L'anatomopatologo che per primo ha effettuato i rilievi autoptici ha dichiarato che il sezionamento della salma è stato eseguito con rigore scientifico e precisione chirurgica. Lo smembramento così come praticato, in una sala operatoria moderna, avrebbe richiesto almeno 8 ore di attività. Ciò permette di ipotizzare che la mano che ha eseguito la procedura è esperta ed avvezza a tale operazione, ossia sa come si seziona un corpo. Questo è un elemento di rilievo, in quanto le consorterie nigeriane praticano tale schema di occultamento delle vittime al fine di annullare completamente l'umanità del nemico.
In aggiunta non si è ritrovato il cuore della giovane romana. Sempre nel modus operandi delle confraternite è previsto il cannibalismo rituale, ossia mangiare alcune parti interne al fine di aumentare la forza e la crudeltà dell'esecutore. La brutalità delle operazioni praticate sul corpo della fanciulla celano un tremendo odio razziale che è uno degli elementi principali su cui si basa l'aggregazione delle confraternite nigeriane.
La società del futuro
Sulla base di quanto narrato, appare evidente che il caso Pamela possa non rimanere un caso isolato, bensì un evento ripetibile in circostanze analoghe. Non si intende creare allarmismi e tanto meno incitare alla discriminazione, tuttavia non si deve in alcun modo sorvolare sull'accaduto limitandosi a perseguire gli esecutori di tale brutalità.
Gli esempi di società multiculturali e multietniche che ci consegna la storia sono tutte ricche di condivisione e rispetto. In tale ottica la società dei macellai di vite umane non può essere tollerata ed assecondata. La prevenzione della deriva criminale globalizzata è la risposta più virtuosa che si possa praticare a fronte di tali ipotesi. Una società sana ed armoniosa era il sogno della bella Pamela e la sua realizzazione è la migliore scelta per renderle giustizia.