Pamela Mastropietro, la ragazza romana fatta a pezzi e abbandonata in due valigie nelle campagne vicino Macerata, è morta per overdose o è stata uccisa? E il suo presunto assassino è Innocent Oseghale o qualcun altro? A questo dubbio fondamentale per la prosecuzione delle indagini ha cercato di dare una risposta la nuova autopsia effettuata ieri, 8 febbraio, sul corpo della ragazza.

‘Violenza applicata’ su Pamela quando era ancora viva

Come riporta Repubblica, secondo il medico legale Mariano Cingolani sui resti della povera Pamela sono stati trovati “segni di violenza applicata in condizioni di vitalità”.

Definizione che, tradotta dal linguaggio medico forense, significa che Pamela Mastropietro ha subito degli atti violenti, forse anche una violenza sessuale, quando ancora era in vita. Dunque, la giovane tossicodipendente potrebbe non essere stata uccisa da una overdose di eroina, ma accoltellata o strangolata. A dimostrazione di questa tesi ci sarebbe lo ‘scientifico scempio’ compiuto sul suo corpo. Un lavoro compiuto da “mani esperte” come quelle di un “macellaio” o di un “chirurgo”. Dunque, non è stato Innocent Oseghale ad uccidere Pamela? O, comunque, l’uomo di origine nigeriana potrebbe non essere stato solo nella casa dove si sarebbe compiuto lo scempio.

I particolari dell’autopsia

Secondo il professor Cingolani, il metodo certosino con cui è stato sezionato il corpo di Pamela Mastropietro dimostrerebbe la volontà dell’assassino, o degli assassini, di coprire segni di violenza.

A dimostrazione di questa ipotesi ci sarebbe il particolare dell’asportazione del pube e del collo della ragazza. Parti del corpo che avrebbero potuto rivelare la violenza sessuale e lo strangolamento eventualmente subiti da Pamela. Sui suoi poveri resti, poi, l’anatomopatologo ha rinvenuto anche una ferita alla testa, inferta con molta probabilità quando ancora respirava, e ferite nella zona del fegato che hanno tutta l’aria di essere state provocate da una lama, probabilmente un coltello.

Chi ha ucciso Pamela Mastropietro?

Cingolani sostiene ci siano molti “dati” a sostegno della tesi dell’omicidio. Tra questi, il fatto che chi ha sezionato con gelida determinazione e professionale precisione il corpo di Pamela lo avrebbe fatto con l’intento di ostacolare le indagini e coprire il delitto. Altro che overdose. Inoltre, secondo il professore, la macabra operazione potrebbe essere stata svolta da persone robuste ed esperte che, come già detto, risponderebbero alla descrizione di un “macellaio” o di un “chirurgo”.

Ma Innocent Oseghale non sembra avere queste caratteristiche fisiche. In attesa di ulteriori esami di laboratorio, dunque, si fa sempre più spazio il sospetto che ad uccidere Pamela Mastropietro possano essere state più persone.