Benjamin Netanyahu ha ottenuto il suo quarto mandato. Il terzo consecutivo. Mai nessun premier era giunto a questo risultato. Il giorno di San Patrizio, non ha portato fortuna allo sfidante Isaac Herzog, leader laburista dalle origini irlandesi. Il premier uscente si è infatti aggiudicato 30 dei 120 seggi della Knesset, il Parlamento monocamerale di Israele. Probabile che il Linkud, il partito del premier, si allei ora con la destra più centrista, la Tzipi, che ha conquistato 24 seggi.
Probabile che alla coalizione di governo partecipi la destra di focolare ebraico, guidato da Naftali Bennet, che si è aggiudicato 8 seggi. Dato per scontato che la destra e i partiti religiosi si alleeranno con Netanyahu, resta da capire cosa farà Moshe Kalon con il suo Kulanu: un partito nato da una costola del partito Linkud dopo che che l'ex premier aveva messo in disparte l'attuale leader durante lo scorso mandato. I rapporti tra i due, dati per molto tesi, potrebbero sciogliersi grazie alle ministero delle finanze, che lo stesso Netanyahu avrebbe promesso al suo ex compagno di partito.
Coalizione di governo in tre settimane
La formazione del governo non dovrebbe tardare più di tre settimane, secondo quanto riferito dalla stesso premier. Destra e sinistra si equivale, ma la vittoria di Bibi (così è chiamato Netanyahu) non fa pensare a problemi. Chi certamente sarà all'opposizione è Herzog, che dall'alto dei 24 seggi conquistati con il partito sionista, ha annunciato che non farà parte della coalizione di governo: "il mio partito sarà una voce alternativa" a quello di Netanyahu. Secondo Saeb Erekat, capo negoziatore palestinese, il successo della destra israeliana è basato sul successo della piattaforma di campagna basata sul negazione dei diritti umani, del razzismo e dell'apartheid.
Palestina e Iran: due nemici da indebolire
E' molto probabile il nuovo esecutivo sarà molto più di destra nazional-religioso di quello uscente. Secondo gli esperti Netanyahu non proseguirà nel negoziato di pace con i palestinesi e cercherà di ostacolare l'asse Obama-Rohuani sul nucleare. Molto probabilmente facendo leva sui dubbi che l'Arabia Saudita, solido alleato degli Usa, ha nel vedere l'ascesa dell'Iran sciita nell'area mediorientale. In barba alle notizie di un accordo del 90 percento sul nucleare iraniano tra Washington e Teheran raggiunto tra il Segretario di Stato John Kerry e il ministro degli esteri iraniano Javad Zarif a Losanna.
Vittoria Netanyahu: gelo Usa
La notizia della vittoria di Netanyahu è stata vista con gelo dalla Casa Bianca, che attende ora la formazione della coalizione di governo.
Gli esperti parlano di Israele che con ogni probabilità finirà verso l'isolamento internazionale. Le parole pronunciate dal premier uscente durante le battute finali della campagna elettorale fanno presagire a nuovi problemi con la Palestina. Netanyahu ha infatti dichiarato che nel prossimo mandato cercherà di impedire in ogni modo la "formazione di uno stato Palestinese". Molto probabile che il Consiglio di Sicurezza, di cui Israele fa parte, deciderà di punirlo, lasciando andare avanti le richieste di condanna alla Corte internazionale dell Aja.