Il delicato e fragile equilibrio del Medio-Oriente passa anche dalle elezioni politiche che domani 17 Marzo vedranno impegnati gli israeliani per la formazione di un nuovo governo. L'attuale governo è decaduto anticipatamente, cosa assai frequente nel variegato panorama politico israeliano. A dicembre 2014, a causa di dissidi interni alla coalizione che forma l'esecutivo, Netanyahu ha presentato le dimissioni del Governo. I contrasti interni si sono inaspriti dopo la cosiddetta "questione del budino" scoppiata ad ottobre scorso nel paese. Così come riporta ilpost.it, il tutto è partito da una pagina Facebookdi un ragazzo che ha mostrato una confezione di budino acquistata in un supermarket tedesco.

Il prezzo del budino era nettamente inferiore allo stesso budino che si trova in Israele e, di contro, la confezione tedesca era più capiente di quella israeliana. La polemica si è diffusa a macchia d'olio nel paese ed è arrivata a toccare il Ministro delle Finanza Bennet che ha definito il massaggio del ragazzo "anti-sionista". In realtà, la denuncia verteva sul carovita in Israele, dove quasi la metà degli abitanti fa fatica ad arrivare a fine mese, complice sia la mordente crisi economica mondiale, sia una distribuzione del reddito non equa su tutti i cittadini.

Gli sforzi governativi per arginare la crisi che pesa sulle famiglie sono stati diversi, ma resta il fatto che le maggior parte delle risorse economiche viene destinata alle spese sulla sicurezza.

I sondaggi pronosticano i laburisti di Yitzak Herzog come possibili vincitori insieme ai centristi del partito HatNuah guidati da Tzipi Livni. La complicata legge elettorale israeliana, però, con ogni probabilità non permetterà la vincita netta di nessuno dei due sfidanti e si profila pertanto un altro governo di coalizione.

Herzog ha incontrato, durante la campagna elettorale, il presidente dell'ANP, Abu Mazen, per consolidare i rapporti e accentuare la sua idea di pace con la formazione di "due Stati" che possano convivere (idea largamente auspicata dall'amministrazione americana). L'altra candidata, Tzipi Livni, ex Ministra di Giustizia ha tradotto in ebraico il messaggio di Obama, parlando di speranza e cambiamento per Israele.

Dal canto suo, l'ultimo discorso di Netanyahu si è focalizzato sul forte sentimento nazionalista che anima la destra israeliana così come la stragrande maggioranza della popolazione. Vedremo chi riuscirà ad essere più convincente.