Matteo Renzi ha di fronte una complessa situazione per l’approvazione in Senato del Ddl Cirinnà. Se il testo rimane invariato, il Ddl rischia di non passare con 153 voti a favore e 162 contro. Favorevoli all’intero testo, 81 Senatori Pd a cui si aggiungerebbero 17 su 19 dei Verdiniani Ala, e 5 del gruppo delle Autonomie. Ancora non chiara la posizione dei senatori a vita,  Elena Cattaneo, Carlo Rubbia, Renzo Piano sono propensi per il si.

Voti sicuramente contrari Ncd (32), Conservatori (10), Fi (40), Gal (15), Lega (12), 5 di M5s, oltre ai 30 dell’area cattolica del Pd, 6 del gruppo Misto e 12-15 delle Autonomie. Sulla carta 162 "no".

Questione di fiducia sul Maxiemendamento

Se il Premier ricorresse, invece, alla fiducia sul maxi-emendamento, eliminando la stepchild adoption, potrebbe ottenere i voti compatti del Pd, a cui si aggiungerebbero 32 di Ncd, 20 delle Autonomie, 19 di Ala e le tre senatrici di Fare! (Gruppo Misto). Così la maggioranza di Governo otterrebbe tra 182 e i 185 sì.

Il fronte dei No

Si sono già dichiarati contrari alla fiducia 6 senatori di Sel, 40 di Forza Italia, ancora incerta la posizione dei senatori grillini.

Nunzia Catalfo presidente del M5s a Palazzo Madama ha dichiarato che la fiducia non si può votare e la loro strategia potrebbe contemplare addirittura l’abbandono dell’aula.

Barriera all’ostruzionismo della Lega

La fiducia posta sul maxi-emendamento, inoltre, eliminerebbe la possibilità di praticare l'ostruzionismo da parte della Lega, che si oppone senza alcuna apertura alla legge sulle unioni civili. In ogni caso se si percorrerà questa strada il Ddl avrebbe l'appoggio della maggioranza.

Domani in aula

Domani in aula come primo step dovrebbero essere dichiarati inammissibili gli emendamenti canguro. Il Governo, se le riunioni di oggi a Palazzo Madama andranno a buon fine, dovrebbe annunciare  il voto di fiducia sul maxi emendamento che  potrebbe avvenire tra giovedì o nel corso della prossima settimana e su cui non dovrebbero porsi particolari problemi.