Si è conclusa mercoledì 25 con un seminario internazionale a distanza, al quale ha partecipato il Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, la prima edizione dell’International School of Cultural Heritage, il corso di alta formazione professionale promosso dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali e dedicato, nella sua prima edizione 2019-2020, ai paesi del Mediterraneo.

"Una delle sfide del futuro sarà realizzare nel campo della cultura quello che si è realizzato nella sanità" ha detto il ministro.

"In Italia abbiamo da un lato molte facoltà universitarie che si occupano di beni culturali e dall’altro Soprintendenze e musei radicati sul territorio. L’integrazione di queste esperienze può offrire una enorme possibilità di ricerca, formazione e innovazione”.

Condividere le esperienze

Un modello ripreso anche dal direttore della Fondazione, Alessandra Vittorini, nel sottolineare il valore del seminario come momento di interscambio e di condivisione tra gli operatori internazionali del settore cultura.

“Credo che questa iniziativa rafforzi la missione della Fondazione, che è quella di contribuire alla costruzione di una rete permanente di scambio e aggiornamento professionale degli operatori del patrimonio culturale”, ha affermato il direttore Alessandra Vittorini.

“Obiettivo che si ottiene puntando sulla condivisione delle esperienze di eccellenza e dei modelli di lavoro”.

I risultati del seminario conclusivo e le esperienze raccolte costituiranno infatti la base sulla quale progettare le future iniziative, a partire dai programmi formativi. Nei prossimi mesi si darà il via alla stipula di accordi e gemellaggi tra le istituzioni culturali italiane e quelle dei Paesi coinvolti, mentre alla fine del prossimo anno verrà presentata una nuova edizione del programma internazionale.

“Stiamo costruendo un’offerta formativa di profilo internazionale, grazie alle istituzioni archeologiche che partecipano al programma, organizzata al momenti su una serie di webinar in lingua inglese rivolti a un pubblico straniero, che siano un’occasione di alta formazione nel settore dei patrimonio culturale, ma anche un momento di promozione internazionale delle istituzioni italiane”, spiega il presidente della Fondazione Vincenzo Trione.

Mediterraneo protagonista della prima edizione

Diversi i rappresentanti delle istituzioni italiane e straniere che hanno preso parte al seminario conclusivo, tra cui i responsabili delle istituzioni del Mediterraneo che hanno preso parte al programma, con il coordinamento di Mounir Bouchenaki, archeologo algerino già Vicedirettore dell’UNESCO per la Cultura e Direttore Generale di ICCROM, ora in veste di consulente esperto per l'UNESCO.

Complessivamente sono stati diciannove i partecipanti all’edizione appena conclusa della Scuola internazionale del patrimonio culturale, comprendenti direttori di musei ed aree archeologiche, ricercatori, funzionari dei beni culturali provenienti da diversi paesi del bacino del Mediterraneo e dall’Etiopia.

Che adesso, dopo un anno di formazione teorica e sul campo, a diretto contatto con i più importanti esperti nella gestione di istituzioni culturali chiamati a raccolta dalla Fondazione, tornano nel proprio Paese per mettere a frutto l’esperienza compiuta sul più vasto giacimento di beni culturali esistente al mondo.