Fino a che punto i privati possono intervenire nella gestione dei beni culturali? È lecito affidare a un'azienda con fini di lucro la valorizzazione di un monumento nazionale che fa parte del nostro patrimonio collettivo? E come sopperire alla carenza di risorse causata dalla recente emergenza pandemica, che ha visto chiudere mostre, musei e siti archeologici capaci di vivere solo grazie alla biglietteria? È dedicato a questo tema il convegno online promosso dalla Fondazione Scuola dei beni e della attività culturali, il prossimo giovedì 25 giugno sulla piattaforma di formazione a distanza disponibile sul sito istituzionale della FSBAC (iscrizioni gratuite fino ad esaurimento posti).
Una nuova riflessione sul privato
A distanza di 27 anni dalla legge Ronchey, che disciplina gli interventi dei privati nell’ambito dei “servizi aggiuntivi” museali, una nuova riflessione sui rapporti tra pubblico e privato nel settore della cultura appare infatti quanto mai necessaria.
Ecco dunque che la Fondazione - voluta dal ministro Franceschini come strumento strategico per fornire alta formazione nell'ambito della gestione culturale - chiama a confronto direttori di musei, rappresentanti delle istituzioni ed esperti, a rappresentanza delle diverse sensibilità e punti di vista che partecipano al dibattito sulla gestione e sostenibilità del nostro patrimonio. Un argomento ancora più urgente, all’indomani dell’emergenza pandemica che ha sconvolto il settore dei beni culturale e che adesso ha necessità di ripartire facendo i conti con la drastica riduzione delle risorse a disposizione, ma anche ripensando i vecchi modelli di offerta e fruizione.
Patrimonio culturale e soggetti privati
Nell’occasione verrà presentato il libro "Patrimonio culturale e soggetti privati. Criticità e prospettive del rapporto pubblico-privato”, a cura di Alfredo Moliterni e pubblicato da Editoriale Scientifica. Sarà presente il curatore insieme a un panel di relatori illustri, dal direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco al consigliere di Stato Paolo Carpentieri, dal Responsabile Dipartimento Cultura e turismo dell’ANCI Vincenzo Santoro al Presidente di CoopCulture e Co-presidente della Alleanza delle cooperative italiane cultura Giovanna Barni.
A fare gli “onori di casa” sulla piattaforma della Fondazione, il commissario straordinario Carla Di Francesco, che aprirà il convegno. Sarà invece la professoressa Carla Barbati, componente del Consiglio scientifico della Fondazione, a introdurre il dialogo a più voci. A rappresentanza del MiBACT, presente anche Lorenzo Casini, Capo di Gabinetto del Ministro, al quale verranno affidate le conclusioni.
Una formazione per tutti
È una delle tante iniziative della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, che propone un nutrito programma di formazione aperto a tutti con la partecipazione dei protagonisti del settore culturale italiano.
Il convegno ha inizio alle ore 15.30 di giovedì 25 giugno sulla piattaforma FAD (Formazione a distanza) della Fondazione. Al termine dell'evento, spazio anche alle domande del pubblico dalle 17.15 alle 17.45.