Da molto tempo si cerca di frenare l’uso della cannabis, ma purtroppo con scarsi risultati, in quanto questa pianta angiosperma è considerata una droga. Da un po' di tempo ci si chiede se sia il caso di legalizzarla oppure no, e a tal proposito ieri, mercoledì 15 giugno, le commissioni di Giustizia e Affari sociali della Camera hanno ascoltato gli esperti, i quali hanno dato parere positivo alla legalizzazione.

Uso della cannabis in Italia

Introdurre la legalizzazione della cannabis in Italia, non vuol dire che chi la usa possa decidere da solo il quantitativo di consumo. Al contrario, il ricorso alle droghe leggere, secondo quanto espresso dal concilio di psicologi e medici per tutelare chi ne consuma, dovrà basarsi su una vendita disciplinata. La decisione è stata presa anche in base agli ultimi dati sul consumo di cannabis in Italia, in quanto sempre più giovani ne fanno uso, e l'azione di repressione nel ricorso alle droghe leggere non ha prodotto risultati positivi in merito. Secondo la professoressa Carla Rossi dell'Università di Tor Vergata, l'obiettivo è quello di introdurre "una liberalizzazione di fatto con un mercato sostanzialmente accessibile".

L’ uso della cannabis a scopo terapeutico, secondo gli esperti, è importante per quei malati che ne hanno necessità. Il Dottor Roberto Saia del Comitato Senza Dolore di Padova ha espresso così il suo parere: "mi sono battuto e continuo a battermi perché i pazienti abbiano facile accesso ai farmaci contro il dolore e tra questi i cannabinoidi". Il medico, proseguendo nelle sue dichiarazioni, ha affermato che "la coltivazione, la vendita e il consumo di questa pianta dovrebbero restare in mano allo Stato".

Monopolio di Stato

Per tutelare la salute di chi consuma cannabis e per trarre benefici dal principio attivo che contiene, gli esperti parlano di produzione professionale e accertata, negando quindi la coltivazione personale.

La legalizzazione non sarà attuata per ottenere dei ricavi economici, ma per cercare di reprimerne il ricorso smodato, data la mancanza di riscontri, dovuti alla scarsezza di risorse presenti fino ad oggi.

Il Presidente onorario del Gruppo Abele, Leopoldo Grosso, evidenzia il fatto che "ci sono 30.000 morti l’anno dovuti all’alcool, e 90.000 a causa delle sigarette". Questi sono numeri significativi e speriamo che, diventando monopolio di Stato, si possa arginare il problema dovuto alle droghe leggere, anche se certamente non potrà essere estirpato del tutto.