Non solo il fratello Alessandro: il carteggio dell’inchiesta Labirinto e le relative intercettazioni, chiamano in causa anche il papà del ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Nel corso di una telefonata Marzia Capaccio (segretaria dell’indagato faccendiere Raffaele Pizza) ha dichiarato al suo interlocutore di aver ricevuto direttamente dal padre di Alfano, ben 80 curriculum con il chiaro ordine di “buttarli dentro” poiché “la situazione la gestiamo noi”.

Un altro elemento che si aggiunge alla prima intercettazione che ha fatto luce sull’assunzione in Poste Italiane del fratello del ministro. Dal canto suo, Angelino Alfano, ha cercato di tenersi a distanza dal fuoco delle polemiche divampate predicando la sua totale estraneità ai fatti citati. Il capo del Viminale ha etichettato come “barbarie illegale” il coinvolgimento del padre nell’inchiesta Labirinto e ha smentito il contenuto della telefonata. “Non so chi siano le signore che parlano al telefono - ha spiegato - ma conosco mio padre ed è indegno dare conto a ciò che i magistrati avevano già studiato e scartato”.