Il contro-golpe del presidente turco Recep Tayyip Erdogan prosegue inesorabile. Dopo migliaia di arresti e le violenze inferte ai presunti responsabili del colpo di Stato, il capo del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo ha puntato il dito contro l’Occidente. Erdogan non le ha mandate a dire all’Unione Europea rea di non aver fatto nulla per impedire prima e condannare poi il tentativo di golpe.
Tra i presunti alleati, Erdogan ha chiamato in causa indirettamente Federica Mogherini, Alto Rappresentante Ue per gli Esteri: “Io penso che dopo alcune dichiarazioni l’Occidente stia dalla parte dei golpisti e non della democrazia”. Un fuoco poco diplomatico che poi è convogliato presto sulla magistratura italiana. La Procura di Bologna, infatti, ha iscritto nel registro degli indagati il figlio del leader maximo, Bilal, con l’accusa di riciclaggio. Erdogan ha tuonato contro i pubblici ministeri emiliani e ha avvertito che, senza una repentina archiviazione, tali comportamenti potrebbero minare i rapporti tra i due Paesi.
Una vera minaccia alla quale ha voluto replicare il premier Matteo Renzi: “In questo Paese i giudici rispondono alle leggi e alla Costituzione italiana, non al presidente turco. Si chiama Stato di diritto”.