Hillary Clinton è avanti di una buona spanna, questo è quanto emerge dai sondaggi che monitorano costantemente come si orientano le preferenze degli elettori americani. Lo scarto sarebbe di ben 9 punti, secondo quanto pubblicato dal Wall Street Journal: in percentuale, circa il 48% degli elettori voterebbe la Clinton, mentre solo il 39% si orienta verso il suo avversario.
Possibile siluramento?
Il Tycoon è in evidente difficoltà, le ultime gaffes del candidato Trump hanno offuscato la credibilità del partito tutto. E mentre, a detta di Trump, la sua campagna elettorale non e mai stata così unita, ed il suo staff non esita a spalleggiarlo, sulla stampa USA sembra delinearsi un possibile scenario, fino ad oggi mai accennato: il ritiro del miliardario dalla corsa alla Casa Bianca.
Sembra infatti che i vertici del suo partito stiano seriamente valutando la possibilità di una sua sostituzione "in corsa", e di certo i risultati dei sondaggi sembrerebbero dare loro ragione.
Ovviamente la cosa migliore (soprattutto per l'immagine dell'intero partito) sarebbe quella di un ritiro volontario: un fatto che fino ad oggi non è mai accaduto, anche se esiste un protocollo con le linee guida da seguire in caso - appunto - di ritiro di uno dei "nominati".
La stampa Usa in questi giorni è in fermento, così come i network, riportando - e non più tanto velatamente - come possibile il siluramento di Trump.
Una serie interminabile di errori
Ma cosa ha fatto mai Trump per attirare su di sé le ire di chi lo ha espressamente designato? Una serie interminabile di errori, difficilmente scusabili. Ha insultato la famiglia di un militare, morto in azione in Iraq e da tutti considerato eroe di guerra; ha cacciato una mamma da un suo comizio elettorale perché il suo bambino, che stava piangendo, recava disturbo; non ha appoggiato la rielezione del Presidente della Camera - Paul Ryan - e del senatore John McCain, ed infine, ha liquidato chi è stato vittima di molestie sessuali sul posto di lavoro con un consiglio lapidario; "cambiate mestiere".
Certo, non si tratta di un buon biglietto da visita.
La smentita di Sean Spicer
A buttare acqua sul fuoco, confutando le ipotesi di un ritiro, arriva la smentita di Sean Spicer, lo stratega del Rnc (il Comitato Nazionale Repubblicano): "è Trump il candidato, punto e basta".