È dato ormai accertato che siano stati lanciati da territorio nordcoreano i tre missili balistici che sono precipitati nel Mar del Giappone alle ore 12:14, fuso orario di Seul, corrispondenti alle 5:14 qui in Italia. A denunciare il fatto, un portavoce del Ministero della Difesa della Corea del Sud, che ha precisato la specifica regione di provenienza degli ordigni, indicandola in quella di Hwangju, situata nella provincia di North Hwanghae a nord ovest della Corea del Nord.
Aria di scontro bellico?
Duro il Governo nipponico sull’accaduto che, dopo aver rassicurato i cittadini giapponesi e la comunità internazionale sull’assenza di danni nel territorio dell’arcipelago, ha annunciato, nella persona del primo ministro Shinzo Abe e nel contesto del summit cinese del G20, che verrà instaurata una stretta collaborazione con la Presidente della Corea del Sud Park Geun-hye per studiare dinamiche degli eventi e composizione dei reperti missilistici relativi all'azione spregiudicata di Pyongyang.
Elemento cruciale nella vicenda del lancio dei missili di questa mattina è il frangente temporale in cui è stata messa in atto l'operazione: la due giorni del 4 e 5 settembre organizzata ad Hangzou in Cina che ha riunito i venti leader dei Paesi più influenti sullo scacchiere globale.
Poche ore prima della prova di forza voluta dal regime di Kim Jong-un, all'interno della prestigiosa kermesse d’incontri ufficiali, si era infatti tenuto il bilaterale tra il Presidente cinese Xi Jinping e la Presidente sudcoreana Park Geun-hye sulla difficile tematica del rapporto tra i due Paesi orientali e la Corea del Nord.
Tensioni internazionali nell'estremo Oriente
La Geun-hye avrebbe indicato nelle violente azioni politiche e militari del “leader supremo della Repubblica Popolare Democratica di Corea” Kim Jong-un le ragioni delle tensioni tra la Corea del Sud e la Cina che, altrimenti, avrebbero fertile terreno per coltivare una pacifica e produttiva collaborazione. Dal canto suo, Jimping avrebbe ribadito la contrarietà della Repubblica Popolare Cinese all’installazione nei territori sudcoreani dei sofisticati sistemi antimissilistici americani Thaad, progetto intorno al quale Seul e Washington hanno già avuto modo di riflettere in funzione preventiva di eventuali ulteriori dimostrazioni di forza di Pyongyang.
Nella cornice di questo delicato quadro diplomatico, proseguono intanto gli studi sugli ordigni precipitati nel Mar del Giappone, i cui resti sono stati sequestrati e ora posti in fase di analisi. Per il momento, l’unico dato assodato è la tipologia generale cui appartengono le armi: si tratta di missili balistici, prodotti militari destinati al trasporto a lungo raggio di ordigni nucleari che, servendosi di una traiettoria balistica, arrivano ad altezze tali da rientrare nel campo del volo suborbitale, quindi superiori ai 100 Km sul livello del mare, e a coprire distanze di oltre 5500 Km.