Il 2018 è sempre più vicino e in casa PD si comincia a pensare alla campagna per il governo della Regione Lombardia, ora in mano alla giunta leghista di Roberto Maroni, successo a Roberto Formigoni, che ha tenuto la bandiera di Forza Italia in cima al Pirellone per ben diciotto anni consecutivi (dal 1995 al 2013).

Ancora prima della campagna in sé però, serve scegliere il candidato, ovviamente attraverso le primarie.

Aperte o riservate agli iscritti questo è ancora da vedere; unica cosa sicura finora è che ci saranno le primarie.

I nomi

I nomi papabili che circolano nell'aria sono quattro e sono quelli del segretario regionale Alessandro Alfieri, del vice-presidente nazionale Lorenzo Guerini, del sindaco di Bergamo Giorgio Gori ed infine quello di Maurizio Martina, attuale ministro delle politiche agricole. A livello politico, ognuno di questi candidati ha le carte in regola per fare il governatore. Andiamo a scoprirle insieme:

- Alessandro Alfieri, oltre ad essere il segretario regionale del Partito, è anche Consigliere Regionale.

Sicuramente in Lombardia sta gestendo molto bene la "ditta" poiché governa in tutti i capoluoghi e le province, ad eccezione delle province di Sondrio e di Pavia e della città di Lodi.

- Lorenzo Guerini è vice-presidente nazionale, insieme a Debora Serracchiani, del Partito Democratico dal 2014 e Deputato dal 2013. In Lombardia ha fatto l'amministratore locale per diciassette anni, dal 1995 al 2004 in qualità di Presidente della Provincia di Lodi per diventare poi, nel 2005, sindaco di Lodi fino al 2012.

- Giorgio Gori è sindaco di Bergamo dal 2014. Fra i quattro nomi è quello che si occupa di politica da meno tempo. Ha cominciato ad interessarsi quando, dopo l'esperienza come imprenditore televisivo, è stato chiamato da Matteo Renzi alla sua corte per occuparsi della sua comunicazione e di quella del Big Bang, titolo dato alla kermesse fiorentina della Leopolda nel 2011.

A sostenere il suo nome però, sarebbe forte la voce di un gruppo di giovani, tutti appartenenti alla componente giovanile del partito: i Giovani Democratici.

- Maurizio Martina è uno che la gavetta l'ha fatta. Ha cominciato dal suo comune Monico sul Serio (nel bergamasco) e dal movimento studentesco nel 1994. Nel corso degli anni la scalata: segreterie regionali e nazionali della sinistra. Poi l'elezione in Consiglio Regionale nel 2010 fino al 2013 quando viene chiamato dal Presidente del Consiglio Enrico Letta a fare il sottosegretario alle politiche agricole. Passano i governi ma lui resta infatti, con Renzi diventa ministro, sempre alle politiche agricole. Nel 2014 una parentesi come Presidente del Consiglio europeo dei Ministri dell'Agricoltura e della Pesca all'interno del Semestre di presidenza italiana dell'Ue.La sua figura sarebbe utile al Partito Democratico per raggiungere quegli elettori che non vivono le grosse città e quindi le campagne.

Ad esempio agricoltori ed allevatori con cui lui ha già contatti per motivi istituzionali.

Il retroscena

Alcuni membri del Partito vicini alle alte cariche raccontano che, al termine dell'evento pubblico tenuto dal Premier Renzi a Milano domenica 13 in vista del referendum costituzionale, lo stesso si sarebbe intrattenuto oltre la convention.

In tutto una decina di minuti in una sala riservata sul retro del palco in compagnia del Sindaco di Milano Beppe Sala, il segretario del Pd metropolitano Pietro Bussolati, Alessandro Alfieri e Maurizio Martina. L'argomento del colloquio pare poter esser stato proprio il percorso di avvicinamento alle regionali del 2018.