Seul. Fine di una dinastia. La Corte costituzionale l'aveva deposta ufficialmente il 10 marzo scorso, in un clima di crescenti polemiche e scontri nelle strade di Seul. Park Geun-hye era figlia di Park Chung-hee, controverso presidente della Repubblica dal 1963 al 1979, quando venne eliminato da alcuni elementi dei servizi, nonché uno dei nomi più noti del continente. La figlia è accusata di aver favorito alcune clientele sottraendo milioni di dollari alle aziende nazionali, fomentando così uno scandalo di corruzione che ne ha determinato l'impeachment.

Lei è il quarto presidente ad essere indagato e il terzo a finire in cella, dopo Roh Tae-woo e Chun Doo-hwan, presidente dal 1980 al 1988 e condannato a morte per aver autorizzato i massacri di Gwangju. Chun Doo, in seguito, beneficiò di un'amnistia concessagli dal suo successore, ma difficilmente Park riuscirà a godere della stessa fortuna, viste le ingerenze della sua famiglia nella travagliata storia del paese.

Proprio suo padre, su cui gravarono accuse di dittatura e di corruzione, fu l'artefice del cosiddetto miracolo Han, che trasformò la Corea del Sud in uno dei paesi più avanzati e in rapida crescita del mondo.

E proprio come lui, anche Park si accinge a pagare il prezzo della sua leadership. Imperi come Samsung, Hyundai e molti altri sono ora nell'occhio del ciclone per aver versato mazzette milionarie all'amica sciamana Choi Soon-sil, che in cambio avrebbe facilitato le politiche aziendali intercedendo con gli organi di governo presieduti dall'amica presidente. Enorme è stata la protesta di piazza che ha spinto il parlamento a revocarle la fiducia, ma, come sempre, in tempi di rimpasti di governo, all'orizzonte si profilano più interrogative che certezze.

Uno scandalo simile ha colpito negli scorsi mesi il Brasile dell'ex presidente Dilma Rousseff, deposta nel maggio scorso e indagata, insieme al predecessore Lula da Silva, per aver illecitamente favorito gli affari del colosso Petrobras. Mentre in Brasile il dissesto governativo sembra non lasciar intravedere alcuna soluzione, le prossime elezioni che si terranno agli inizi di maggio in Corea del Sud sembrano favorire la svolta a sinistra del candidato Moon Jae-in, per quanto sia endemica la difficoltà dei partiti sudcoreani di governare con una stabile maggioranza.

Fu proprio l'impossibilità di insediare un governo stabile a spingere Park Chung-hee ad ordire il golpe che lo tenne al potere per oltre quindici anni. E mentre gli scomodi cugini del Nord ordiscono sperimentazioni a largo delle coste del Giappone, il pericolo di un crollo istituzionale non sembra poi tanto impossibile come qualche mese fa.