Rinunciare alla pensione da onorevoli si può, basta volerlo. È questo il messaggio che hanno lanciato 14 deputati della Regione Sicilia, tutti appartenenti al gruppo del movimento 5 stelle dell'Ars, l'Assemblea regionale siciliana. Davanti ai giornalisti, convocati per una conferenza stampa ad hoc, i portavoce del gruppo parlamentare hanno detto no al vitalizio, che pure spetterebbe loro di diritto, sottoscrivendo un documento con le proprie firme.
"Un privilegio medievale"
Le firma che determineranno la rinuncia al vitalizio sono state apposte sulla gigantografia di una lettera inviata alla presidenza della Regione. Nella lettera in questione è stata riportata la seguente dicitura: "Dichiaro di rinunciare irrevocabilmente al diritto alla pensione come previsto dal superiore regolamento". Il suddetto regolamento prevede che a ogni deputato regionale, per maturare la pensione, sono sufficienti 4 anni, 6 mesi e un giorno da cumulare entro una legislatura, che di norma dura cinque anni. Ma i grillini non ci stanno e, anticipando la data - il 6 giugno di quest'anno - in cui il privilegio sarebbe scattato per tutti loro, hanno deciso di firmare una "richiesta di non accertamento del diritto alla pensione", esercitando così la loro opposizione a quello che reputano essere "un privilegio medievale".
Ricordiamo che l'aver compiuto una legislatura di 5 anni equivale a un assegno mensile lordo di 1.032 euro a partire dai 65 anni di età, euro che diventano 1600 con due legislature e più di 2000 al compimento di tre.
Il portavoce Cancelleri: "Questo è il nostro modo di intendere la politica"
Uno dei portavoce all'Ars e degli esponenti di spicco a livello regionale del Movimento 5 stelle, Giancarlo Cancelleri, rivela che la decisione presa dai deputati siciliani è in linea con l'ispirazione che guida i pentastellati da sempre: "Quando siamo arrivati in questo Palazzo abbiamo inaugurato una nuova stagione, riducendoci l'indennità. La rinuncia al diritto alla pensione rientra nel nostro modo di fare politica. Quello di oggi è un atto di giustizia sociale".
Cancelleri ricorda inoltre come da parte dei 5 stelle a fine marzo fosse arrivata una proposta di modifica del regolamento, che però non è stata nemmeno presa in considerazione: "Nessun cittadino va in pensione a 65 anni, dopo aver lavorato 4 anni 6 mesi e un giorno. È sbagliato, è una norma che va abolita".