Le elezioni di quest'anno si profilano sempre più interessanti e coinvolgenti; per profili che, però, in via quasi paradossale, esulano dai programmi politici e dalle proposte dei diversi schieramenti, ora come non mai appiattite su un'offerta unica a base di rigore e sobrietà, escluse poche personalità isolate e ancora meno movimenti radicali.
L'ultima notizia -bomba in ordine di tempo risale a fine gennaio: dopo l'addio annunciato da Beppe Grillo al MoVimento 5 Stelle, di cui fu ufficialmente fondatore insieme al compianto Casaleggio, il distacco del neonato Blog delle Stelle dalla casa madre viene rimarcato con un totale cambio di look e la comparsa di voci di corridoio dal sapore ambiguo.
E se Grillo annunciasse un movimento contro Di Maio?
Sicuramente la notizia, annunciata da Libero (che attribuisce la paternità dell'indiscrezione a Roberto D'Agostino, in arte Dagospia), attirerebbe, se mai trovasse riscontro, i vecchi nostalgici dei primi Meet Up, l'ala più radicale e stradaiola dei partecipanti ai primi VaffaDay, risentita dal nuovo corso inaugurato con la candidatura di Luigi Di Maio -da non pochi definita "democristianizzazione"- e stanca dei continui scivoloni di quest'ultimo da parvenu improvvisato in politica.
Senza contare che, in questo modo, si spiegherebbe la campagna elettorale, parallela e indipendente, di un giramondo imperterrito ed enigmatico come Alessandro Di Battista, di gran lunga il candidato ideale alla Presidenza del Consiglio per i movimentisti della prima ora.
Nuovo blog, vecchia impostazione: tecnologico, avveniristico, visionario.
Gran parte delle "dicerie (perché finora seccamente smentite dal deus ex machina, al secolo Giuseppe Piero Grillo)" che "avvalorerebbero" tale tesi parrebbero, in realtà, ricollegarsi banalmente al cambio d'impostazione grafica e dalle tematiche ivi affrontate, come più prudentemente osservato dal settimanale L'Espresso: tricolore bianco/rosso/nero, più basic ma di grande effetto, coordinato coi "vecchi" approfondimenti in tema di hi -tech e ritrovati scientifici avanzati, con uno sguardo al futuro di stampo millenaristico tanto caro al vecchio amico Gianroberto.
I critici -cioè, quelli capaci di discernimento- potrebbero obiettare che l'abito non fa il monaco, e che i due fatti non mostrano alcun nesso logico reciproco.
Questo è vero: infatti la realtà pare smentire la supposizione su cui ancora si discetta; la quale potrebbe però continuare a solleticare le fantasie di alcuni nostalgici diffidenti della nuova linea politica del M5S, timorosi di un tracollo che li obbligherebbe ad abbandonare in fretta e furia la nave o a "morire democristiani".