Recentemente il movimento di estrema destra 'casapound Italia' ha reso pubblico il suo sostegno per un ipotetico governo guidato dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini. Secondo quanto riportato in un articolo pubblicato sul sito web de 'La Repubblica', infatti il segretario nazionale del movimento Simone Di Stefano ha affermato che in tal modo ci sarebbe la possibilità di formare un 'governo sovranista', un governo che potrebbe portare l'Italia fuori dall'Unione Europea e bloccare l'attuale immigrazione di massa.
Il rifiuto di Salvini: 'Non mi servono i voti di altri'
Inizialmente lo stesso Matteo Salvini non ha ritenuto negativo l'appoggio dato da CasaPound e ha affermato che la Lega Nord è disposta al dialogo verso tutti. In seguito, il leader leghista però ha espresso il suo rifiuto alla proposta dichiarando che alla stessa Lega e al centrodestra non servano voti altrui. Secondo quanto sostengono alcuni analisti e opinionisti, dietro il rifiuto di Salvini c'è il fatto che la maggioranza del centrodestra ha considerato alquanto 'imbarazzante' l'eventuale sostegno dato dai militanti di CasaPound. Come riportato da un articolo pubblicato sul sito web dell'ANSA, il leader leghista ha detto ciò durante un'intervista a Rtl 102.5.
La 'spaccatura' tra il centrodestra e la destra radicale
Il sostegno che CasaPound ha espresso a un eventuale 'governo sovranista' guidato dalla Lega è emblematico delle divisioni presenti all'interno della destra italiana. Difatti, oggi più che mai l'area di destra si divide tra una parte più 'moderata', che si rifà al liberalismo classico e sostiene la permanenza nell'UE e una parte più 'radicale', la quale sostiene l'uscita dalla stessa Unione Europea e si ispira a un forte populismo di matrice nazionalistica ed è economicamente statalista. In linea di massima, tali diverse aree sono ben rappresentate ad esempio da 'Forza Italia' di Silvio Berlusconi e, sul versante opposto, da quel mondo della destra radicale e di ispirazione neofascista che fa riferimento alla stessa CasaPound Italia.
Su ciò, c'è da dire che la Lega salviniana si ritrova drasticamente a metà, in quanto è un partito che si richiama decisamente al populismo nazionalista e 'sovranista' e, allo stesso tempo, è comunque decisamente lontana dal classico neofascismo ed è economicamente alquanto avversa a una politica di ispirazione statalista.