Sì, "se ci porta fuori dall’euro e dall’Unione europea e blocca l’immigrazione". Riportate da La Stampa, sono queste le parole di Simone Di Stefano, segretario di CasaPound Italia (CPI), parole che sono di sostegno alla Lega di Matteo Salvini, un endorsement certamente sinistro al pensiero della sinistra eredità fascista incarnata da CPI.
Il sostegno di Di Stefano
Non solo un sostegno alla Lega a quelle certe condizioni programmatiche, ma anche una vera e propria indicazione, quella di Di Stefano, sui nomi del prossimo esecutivo di centrodestra, i quali, riporta ancora La Stampa, ad opinione del segretario di CasaPound non dovrebbero essere Tajani alla presidenza del Consiglio e "Brunetta all’economia", ma “Salvini” alla presidenza del Consiglio e "Bagnai all’economia" - Alberto Bagnai è un economista e un divulgatore scientifico contrario alla moneta unica ndr -.
Aperture da parte di Salvini
Dal canto suo, il leader della Lega non sembra disdegnare affatto l’endorsement dei neofascisti. Infatti, scrive ancora il quotidiano torinese, Salvini ha affermato di curarsi, per ora, solo della Lega e del centrodestra affinché la coalizione della quale fa parte possa vincere la tornata elettorale incombente, ma di essere al contempo disposto, dopo le elezioni, ad incontrare tutte le forze politiche. Dunque anche CasaPound.
Lega e CasaPound: una storia di odio e amore
Va detto che il rapporto tra Lega e CasaPound sia sempre stato complesso, altalenante. Il partito neofascista era in piazza accanto al Carroccio lo scorso 28 febbraio 2015 - data della manifestazione leghista “Renzi a casa”, che mirava a cementificare l’opposizione all’esecutivo renziano ndr -.
Ma, in seguito, le strade si divisero: le bandiere della tartaruga non sventolavano a Bologna, nel novembre 2015, quando sul palco, accanto a Salvini, vi furono già giorgia meloni e Silvio Berlusconi. Ora un nuovo riavvicinamento, e non è affatto ozioso chiedersi come mai il segretario della Lega sembri essere nuovamente aperto al dialogo post-elettorale anche con CasaPound.
Imbarazzo, stizza e critica degli alleati
Una mera questione “materiale”, di calcolo politico? Quindi un’apertura mirante ad attrarre nuovi voti, in vista delle elezioni oramai a giorni? Quel che è certo è che questo riavvicinamento imbarazzi non poco gli alleati della Lega. Forza Italia (Fi), infatti, “per bocca” di Maria Stella Gelmini, afferma ancora La Stampa, ha evidenziato come le opinioni politiche di estrema destra siano lontane da Fi, e l’elettorato a cui guarda, a cui mira a dare rappresentanza politica il partito fondato da Berlusconi, è moderato.
Uno dei più stretti collaboratori del Cavaliere ha negato perfino che vi possa essere un governo con Salvini presidente del Consiglio, con buona pace di CasaPound. Infastidita è poi la formazione politica di Meloni, Fratelli d’Italia (FdI): quest’ultima non solo ha sempre preso le distanze da CPI, ma al contempo non desidera che il consenso alla Lega cresca al punto da farne la forza politica rappresentante la Destra in Italia, così come d’altro canto non desidera vedersi appiattita all’estrema destra, ed entrare nella questione fascismo-antifascismo.
Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, scrive il quotidiano torinese, ha infatti affermato che i problemi con i quali l’Italia debba fare i conti siano altri, non la questione fascismo-antifascismo.
Completamente critica del nuovo riavvicinamento tra Lega e CasaPound è invece Noi con l’Italia: Raffaele Fitto, sottolinea ancora La Stampa, ha infatti dichiarato senza mezzi termini che il centrodestra dei moderati e dei liberali non potrà mai dialogare in futuro con forze politiche che sostengono posizioni così diverse dalle opinioni dei moderati e dei liberali, quali appunto CasaPound.