Secondo Pier Luigi Bersani, Luigi Di Maio si starebbe comportando come una “cozza che si attacca allo scoglio” pur di non far cadere il governo con la Lega di Matteo Salvini il quale, a sua volta, starebbe “sdoganando” fascismo e razzismo nel nostro Paese. L’ex segretario del Pd, ora in Mdp, si sfoga con parole durissime contro il governo gialloverde durante l’ultima puntata di DiMartedì, il talk show condotto da Giovanni Floris, in onda tutti i martedì sera su La7.

Motivo principale dello scontro con il vicedirettore di Libero, Pietro Senaldi, è il caso siri, il sottosegretario leghista indagato per corruzione al quale il premier Giuseppe Conte ha chiesto un passo indietro. Ma la discussione, come era logico aspettarsi, si allarga ad una critica più generale formulata da Bersani nei confronti di M5S e Lega, con Senaldi pronto a ribattere colpo su colpo.

Pier Luigi Bersani a DiMartedì: ‘Salvini dorme tra due guanciali, Di Maio no’

A DiMartedì, Pierluigi viene intervistato, inizialmente senza contraddittorio, dal conduttore Floris. “Nessuno dei due vorrebbe rompere, assolutamente - taglia subito corto l’ex segretario della ‘Ditta’ facendo riferimento ai due leader di Lega e M5S - Salvini dorme tra due o tre guanciali.

Uno è Di Maio, l’altro sono tutte le altre forze di opposizione di centrodestra, fino a Casapound, che lo fanno vincere in tuta Italia, in Regioni e Comuni. Di Maio di guanciali non ne ha e quindi deve restare attaccato come una cozza allo scoglio, al governo. Quindi, dato per assodato che al di là dei ‘cinema’ che stanno facendo vogliono tenersi (insieme ndr), però hanno sotto ai piedi qualcosa che può essere più forte di loro, la trappola di Tucidide (riferita alla lotta tra Atene e Sparta ndr), quando viene fuori un confronto per la supremazia, c’è la guerra, c’è poco da fare, la rottura”.

‘Suonata la campanella delle agenzie di rating’

Poi, Bersani dice la sua sulla situazione economica. “La buona notizia è che galleggiamo a pelo d’acqua - ironizza in bersanese sui dati Istat appena resi noti - Io quando stavo al governo se arrivava un brodino non dicevo che era un pollo arrosto.

Saluto anche io questa ripresina, ma rispetto al 2008 abbiamo un miliardo di ora lavorate in meno. Ci sono problemi che questi due che sono al governo - attacca ancora Salvini e Di Maio - nascondono litigando su tutt’altro, perché non sono in condizioni di litigare su delle proposte su cosa fare in autunno, non ne hanno la più pallida idea. Già adesso siamo sotto osservazione, è suonata la campanella dell’ultimo giro da parte delle agenzie di rating”.

‘Non vorrei essere spinto a pronunciare la parola ‘Berlinguer’ di fronte al caso Siri’

Anche sul caso Siri, Pier Luigi Bersani sembra avere le idee chiare. “Non scomodiamo il grandissimo tema della questione morale, perché non vorrei essere spinto a pronunciare la parola ‘Berlinguer’ di fronte a questo caso - si scalda il politico di Bettola - In qualsiasi Paese normale, quando un membro del governo ha sopra un’ombra significativa, viene via.

Abbiamo memoria? Ci ricordiamo di tale Josefa Idem, (ex) Ministra dello Sport? Si dimise non per corruzione, per una controversa vicenda di Ici-Imu della casa-palestra a Ravenna, e Lega e M5S presentarono due mozioni di sfiducia. Io mi vergogno persino a dover discutere di questa cosa, lui dovrebbe essere già a casa. La Idem non aveva alle spalle una bancarotta fraudolenta ma otto Olimpiadi”. Ma per il giornalista Senaldi l’abuso fatto dalla Idem era stato “acclarato” dai giudici, mentre, al contrario, “su Siri non è stato accertato ancora nessun fatto”. Bersani a quel punto si imbufalisce in difesa dell’onorabilità della Idem, dimessasi a suo dire per colpa di una feroce campagna di stampa, senza essere stata condannata, mentre il “bancarottiere fraudolento” Siri è ancora al governo.

I toni si alzano talmente tanto che Bersani non regge più la tensione e sbotta contro il presunto colpevole di tutta questa situazione: “Salvini, come, senza proclamarsi razzista, sta sdoganando il razzismo, così, senza proclamarsi fascista, sta sdoganando il fascismo”.