Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, è intervenuto ieri 16 aprile a Stasera Italia, programma di Rete 4, affrontando numerosi temi di stretta attualità. Innanzitutto ha parlato della questione dell'eventuale accordo europeo sull'attivazione del Mes e sulle polemiche politiche che si sono scatenate in questi giorni nel nostro Paese: "La grande responsabilità che dobbiamo sentire tutti - ha sottolineato l'esponente del Governo - è che oggi non è tempo di incorrere in discussioni e polemiche tra di noi, ma è ora di andare ai tavoli europei e guadagnare il miglior accordo per l'Italia".

Il Ministro ha affermato che in questi giorni si sta portando avanti la trattativa "più ardua che il nostro Paese abbia mai fronteggiato", aggiungendo che il 23 aprile sarà il "giorno della verità" per sapere se si avranno a disposizione circa 1.500 miliardi di euro per uscire dalla crisi e per affrontare i problemi delle imprese e dei disoccupati.

'Non stiamo chiedendo agli altri Paesi di pagare i nostri debiti'

La conduttrice Barbara Palombelli ha chiesto a Di Maio: "Questi soldi li dovremo poi restituire, ma da dove li prenderete?". Il Ministro degli Esteri ha spiegato che è necessario creare delle condizioni di mercato che, nel momento in cui l'Italia sarà chiamata a saldare il suo debito con l'Europa, non si ritrovi poi con degli interessi "stratosferici".

"Qui non stiamo chiedendo agli altri Paesi europei di pagare i nostri debiti - ha puntualizzato il pentastellato - l'Italia ha sempre pagato. Il tema è che noi dobbiamo utilizzare questi soldi per fare gli investimenti al fine di evitare che le persone perdano il proprio posto di lavoro, di non far chiudere imprese e negozi, di aiutare gli anziani".

Subito dopo ha sottolineato che siamo ormai di fronte ad un'altra crisi economica e che le nuove generazioni, che avevano già vissuto quella del 2008, ora sono chiamate ad affrontare anche quella attuale: "È un periodo veramente difficile, ma dobbiamo imparare dagli errori del passato ed agire in modo diverso".

Il problema della ripresa delle attività

È giusto ripartire a livello nazionale, oppure le regioni che contano meno contagi possono ripartire prima? Luigi Di Maio, su questo punto, ha dichiarato di essersi confrontato con i Ministri degli Esteri di tutto il mondo, e di essere giunto alla seguente conclusione: "Ci sono stati dei Paesi che erano tornati velocemente alla normalità e oggi sono di nuovo in lockdown, cioè hanno dovuto di nuovo chiudere tutto. Quindi, noi dobbiamo pensare ad una Fase 2 in cui tutti dobbiamo avviarci alla riapertura".

Il Ministro auspica che questo passaggio venga effettuato con assoluta attenzione, perché sente un gran senso del dovere sul lavoro delle persone, ma avverte una responsabilità ancor più importante, la vita dei cittadini: "Ci sono dei dati un po' più confortanti, ma non dobbiamo abbassare la guardia adesso perché si rischia di vanificare gli sforzi fatti fino a questo momento".

'Torneremo alla normalità solo quando verrà scoperto il vaccino'

Luigi Di Maio, rispondendo alla domanda su chi dovrà occuparsi di far scattare la Fase 2, ha detto che secondo lui è fondamentale continuare a seguire le indicazioni delle istituzioni e della commissione scientifica: "Noi ci prendiamo tutte le responsabilità come Governo - ha evidenziato - ma abbiamo una task force di scienziati che ci dice come agire per abbassare la curva dei contagi, e poi ne abbiamo una di esperti che ci dice come cambiare le nostre abitudini, per esempio sul luogo di lavoro. Voglio essere sincero, torneremo alla normalità solo quando sarà scoperto il vaccino".