Si conferma il rischio di microcefalia associato a infezione da virus Zika sopratutto per il primo trimestre di gravidanza, ma la probabilità è molto più bassa di quanto previsto in precedenza. Lo suggerisce uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell'Istitut Pasteur di Parigi e basato sull'analisi dei dati relativi a un'epidemia di Zika avvenuta tra il 2013 e il 2015 nella Polinesia Francese, arcipelago che si trova a est dell'Australia e della Nuova Zelanda.

Lo studio ha meritato la pubblicazione e un editoriale di commento su Lancet, una delle più prestigiose riviste di medicina internazionali.

L'urgenza di trovare risposte

L'epidemia di microcefalia associata a virus Zika che sta colpendo il Sudamerica spinge la ricerca medica a cercare, con una urgenza inedita, di arginare il fenomeno e stimare i reali rischi dell'infezione per la popolazione. Sono 6000 i casi sospetti di microcefalia in Brasile per il 2015 e un primo caso è stato osservato anche in Colombia nel 2016. Questi dati hanno portato l'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, a dichiarare di recente che il numero abnorme di casi di microcefalia e di altri difetti neurologici come un'emergenza di rilievo internazionale per la salute pubblica.

Tuttavia, la stessa OMS ha anche dichiarato che l'associazione tra infezione da virus Zika e microcefalia non è stata ancora verificata scientificamente. La riluttanza ad ammettere un nesso causale tra infezione da virus Zika e microcefalia deriva dal riscontro molto raro di tracce di virus nei neonati affetti da microcefalia. 

Lo studio dell'epidemia di virus Zika del 2013

"Abbiamo analizzato i dati raccolti nella Polinesia Francese durante l'epidemia di virus Zika scoppiata nell'ottobre del 2013 e terminata nell'aprile del 2015, che ha colpito due persone su tre ed è stata la più estesa prima di quella sudamericana" spiega il dottor Henri-Pierre Mallet nell'introduzione dello studio da lui coordinato "poi li abbiamo correlati con i casi di microcefalia osservati nella stessa area geografica tra il settembre del 2013 e il luglio del 2015". Attraverso l'impiego di modelli matematici molto semplici i ricercatori francesi hanno valutato la probabilità che l'infezione da virus Zika durante la gravidanza possa causare microcefalia nel neonato.

"Tramite questo metodo" conclude il dottor Mallet "abbiamo verificato che l'infezione da virus Zika davvero aumenta la probabilità che il neonato sia affetto da microcefalia, sopratutto se avviene nel primo trimestre di gravidanza. La buona notizia, tuttavia, è che tale probabilità è di 1 caso su 100, dunque molto più bassa della probabilità di 1 caso su 3 calcolata da studi precedenti".