I farmaci antinfiammatori (glucocorticoidi) trattano efficacemente la SLE, malattia cronica di natura autoimmune, ma a lungo andare possono generare effetti collaterali. 

L'azione dannosa di dosi elevate di farmaci è stata contrastata con l’aiuto della dieta. Per 2 anni, 111 soggetti affetti dalla malattia hanno assunto farmaci noti come idrossicloroquina e azatioprina, in assenza o in associazione a supplementi antiossidanti (beta carotene, precursore della vitamina A) e anti-infiammatori (acidi grassi omega 3 e vitamina B6), secondo un protocollo preparato dal Dipartimento di Medicina del Karolinska Institute, Stoccolma, Svezia.

I risultati sono stati confortanti: questi nutrienti hanno ridotto i marcatori di infiammazione nel siero (proteina C-reattiva, citochine, omocisteina), il rischio di aterosclerosi e migliorato la funzione immunitaria, dimostrando di contrastare la gravità della SLE.

Lupus Eritematoso Sistemico (SLE)

La malattia, caratterizzata da risposte immunitarie anormali (autoanticorpi e complessi immunitari), è sistemica; colpisce vari organi (articolazioni, reni, pelle, cervello) e può dare aterosclerosi. Circa il 90% dei pazienti con SLE sono donne; si parla di 20-150 persone su 100000 in Europa. Definita multifattoriale, può essere modulata da diversi fattori ambientali (fumo, sostanze chimiche e infettive, esposizione ai raggi ultravioletti, stile di vita e dieta).

Stato nutrizionale

Nello studio pubblicato sulla rivista Lupus Science and Medicine nel marzo 2016, è emerso che i pazienti con SLE consumavano meno frutta e ortaggi e avevano carenze nutrizionali in fibre, vitamina B6, calcio, vitamina D e acidi grassi polinsaturi (specialmente omega-3, ad azione antinfiammatoria), rispetto alla popolazione generale. Un apporto di vitamina B6, ampiamente diffusa in alimenti vegetali e animali, ha migliorato la maturazione dei linfociti, cellule deputate all’immunità acquisita.

Un introito maggiore di fibre e beta carotene (vedi ortaggi e frutta), acidi grassi omega 3 (vedi pesce azzurro e noci), ha ridotto i livelli serici dei marcatori di infiammazione (omocisteina, interleuchina 6 e proteina C reattiva). I supplementi hanno apportato benefici significativi nei pazienti con SLE, evitando, dunque, un incremento della dose dei farmaci.