Inutile negarlo, passiamo molto tempo a pensare al prossimo week end, all'esame, alla vita dopo la laurea, al matrimonio o al divorzio, ma spesso ci capita anche di pensare alla morte. Tutti dovremo affrontarla, prima o poi, ma quale sarebbe la morte ideale? Uno studio ha cercato di capire i fattori chiave per una "bella morte".
Sembra che discutere apertamente del modo in cui si desidererebbe morire possa aiutare i pazienti ad affrontare questa eventualità. I pazienti credono che la religione e la spiritualità siano molto importanti, mentre i loro familiari danno priorità alla dignità dell'uomo e al completamento del corso della vita.
Il Dottor Dilip Jeste, della scuola di medicina di San Diego, California, afferma che la morte è, ovviamente, un argomento complesso che la gente non vuole affrontare, ma dovrebbe farlo. Sarebbe importante dire onestamente e chiaramente che morte ci aspettiamo. Così, insieme al suo team, ha analizzato 32 ricerche in peer-review (valutazioni tra pari n.d.r.) per arrivare ad una definizione di "bella morte".
Come morire, assenza di dolore e senso di benessere
Si sono focalizzati sul punto di vista dei pazienti stessi, dei loro familiari e degli operatori sanitari. Hanno individuato 11 temi centrali, tra cui la scelta dello specifico processo di morte, l'assenza di dolore e gli appropriati riti spirituali.
Altre caratteristiche chiave includevano: morire con un senso di Benessere, con dignità e con la sensazione di aver "completato" la propria vita. Il tipo di trattamenti ricevuti, la famiglia, la qualità della vita e la relazione con i sanitari erano altri criteri identificati. Ma i tre componenti fondamentali per una "bella morte", rinvenuti in tutti i gruppi, sono stati lo specifico processo di morte, l'assenza di dolore e la sensazione di benessere.
Per altri temi, gruppi diversi hanno scelto diverse priorità. Per esempio i pazienti hanno parlato di religione e spiritualità, mentre per i familiari la dignità e la conclusione della vita erano fondamentali per una morte serena. Gli operatori sanitari tendevano ad avere posizioni intermedie tra pazienti e familiari.
Starea casa allunga la vita?
Lo studio è stato pubblicato dall'American Journal of Geriatric Psychiatry, dopo che si è scoperto che, in Gran Bretagna, moltissimi pazienti arrivano disidratati e doloranti alle ultime ore di vita; inoltre, un altro recente studio dell'Università di Tsukuba (Giappone), suggerisce ai medici di permettere ai malati di cancro di tornare a casa per gli ultimi giorni, in quanto i pazienti a cui erano state diagnosticate dalle due alle otto settimane di vita, sopravvivono in media 36 giorni a casa e 29 in ospedale. In ogni caso, spesso le persone preferirebbero trascorrere gli ultimi giorni a casa, ma muoiono in ospedale perché, ovviamente, i medici preferiscono non dimetterli.
Come vorresti morire?
Partendo da questo studio, ci sono stati alcuni commenti particolari sulle "modalità di trapasso", da parte di alcuni pazienti sopravvissuti al cancro. C'è chi vorrebbe essere colpito da un meteorite, perché affascinato dall'idea che qualcosa abbia viaggiato milioni di anni nello spazio solo per finirgli addosso; qualcun altro, soprattutto in caso di ricomparsa della malattia, vorrebbe una dose letale di morfina mentre si trova steso sul letto con i propri cari; qualcuno vorrebbe addormentarsi dolcemente dopo una grossa abbuffata e qualcuno, "semplicemente", vorrebbe morire salvando la vita ad una persona che merita di vivere. E tu? Hai pensato a come vorresti morire?